CARO BOLLETTE GORI – Tre sindaci vesuviani nella Rete per l’acqua pubblica. Il prossimo 23 gennaio si voterà sul futuro dei territori e della Gori

Il prossimo 23 gennaio i sindaci dei comuni il cui servizio idrico è gestito dalla Gori, saranno chiamati al voto, perché la liquidazione della GORI passa per l’elezione dei nuovi membri del Distretto Sarnese Vesuviano. In quella sede ci sarà la battaglia tra due “fazioni” di sindaci: quelli che si sono ritrovati nella lista “Comuni per l’acqua pubblica” che si muove in sintonia con la Rete Civica No Gori (riunita lo scorso 13 dicembre a Casalnuovo per L’Agorà dell’Acqua) contrapposti ai sindaci eletti e sostenitori della lista “Tutela per tutti”. Lo scontro interno al Distretto è accesissimo dopo che le elezioni suppletive per sostituire i sindaci decaduti e dimissionari erano state annullate e si era paventata la possibilità di un commissariamento del Distretto Sarnese Vesuviano. Lo scorso 10 dicembre una rappresentanza della “Rete dei Comuni per l’acqua pubblica” ha occupato simbolicamente gli uffici della direzione generale dell’Ente Idrico Campano in segno di protesta contro quello che definiscono “l’incredibile colpo di mano messo in atto per annullare l’elezione del nuovo coordinatore del distretto Sarnese Vesuviano e commissariare di fatto l’organismo”. “L’elezione del coordinatore – si legge in una nota diffusa dalla Rete – era attesa da oltre sette mesi ed è stata surrettiziamente annullata dalle note inviate dal consigliere anziano Aristide Rendina (sindaco di Striano) e dal presidente dell’Ente Idrico Campano Luca Mascolo (sindaco di Agerola), che annunciavano le dimissioni rassegnate con un colpo di teatro da due membri del distretto: Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, e Giuliana Di Fiore, assessore al Comune di Ercolano, città in cui Gori ha da anni il suo quartier generale: entrambi evidentemente a favore della Gori, degli sprechi e del caro bollette (tre volte superiori a quelle di Abc la società in house del Comune che gestisce l’acqua come un bene pubblico a Napoli) a fronte delle plurisettimanali (ormai da anni) sospensioni idriche. Dimissioni a sorpresa che, solo per effetto della modifica statutaria pensata appositamente e frettolosamente approvata in modo illegittimo il 4 dicembre scorso, hanno portato il numero dei membri effettivi sotto la soglia dei 21 componenti e provocando, di conseguenza, la sospensione a tempo indeterminato di ogni attività del distretto.

Un pretesto per commissariare l’ente e impedire l’elezione di Manlio Torquato, sindaco di Nocera Inferiore, a nuovo coordinatore, indicato unitariamente dai rappresentanti della ‘Rete dei Comuni per l’acqua pubblica’ e la conseguente messa all’ordine del giorno della liquidazione della gestione privata Gori, i cui bilanci hanno accumulato oltre 300 milioni di perdite, nonché la successiva ripubblicizzazione del servizio idrico integrato attraverso la costituzione di un’azienda speciale di diritto pubblico a servizio di 1 milione e mezzo di cittadini che vivono nei 76 Comuni del territorio”. Intanto è giunta l’adesione di tre sindaci vesuviani alla Rete No Gori, per un’acqua pubblica, senza il caro bollette che di fatto finanzia un carrozzone che fa acqua da tutte le parti. Hanno sottoscritto il programma No Gori il sindaco di Cercola Vincenzo Fiengo, quello di Volla Pasquale Di Marzo e il primo cittadino di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno.

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