Arresti e perquisizioni per tangenti a San Giorgio: parla il sindaco Giorgio Zinno

giorgio zinno proclamazioneBufera tangenti a San Giorgio a Cremano. Gli agenti del commissariato di Polizia di Stato locale e della Squadra mobile della Questura di Napoli stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei riguardi di sei tra esponenti politici e funzionari del Comune di San Giorgio. Sindaco ed ex sindaco, Giorgio Zinno e Domenico Giorgiano, entrambi del Partito Democratico, sarebbero coinvolti nelle indagini, i cui reati ipotizzati sono l’ associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta: “Ho appreso questa mattina di misure di custodia cautelare emesse a carico di alcuni dipendenti dell’Ente.- ha dichiarato il primo cittadino Zinno – Si tratta di provvedimenti che non riguardano alcun amministratore ed ex amministratore, come è stato erroneamente riportato su alcuni organi di stampa e su alcuni socialRispetto all’avviso di garanzia che mi è stato consegnato affermo nella maniera più decisa di essere completamente estraneo alle vicende contestate. Infatti oggi sono al lavoro, come sempre nella Casa Comunale per svolgere la quotidiana attività amministrativa nell’esclusivo interesse della cittàHo massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’Ordine che stanno svolgendo questa indagine. Il cardine della mia azione amministrativa è la trasparenza, pertanto sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e attendo di essere messo da loro a conoscenza di ulteriori elementi”.

Gli uomini diretti dal commissario Elio Manna sono dalle prime luci del mattino alle prese con una ventina di perquisizioni che riguarderebbero, tra l’altro, funzionari dell’ufficio tecnico e dell’avvocatura e alcuni imprenditori.

Agli arresti domiciliari sono finiti Carmine Intoccia (dirigente del settore pianificazione urbanistica e lavori pubblici), i funzionari Raffaele Peluso, Leone di Marco (fratello di Aquilino, ex leader dell’opposizione in consiglio comunale), Brigida De Somma e due imprenditori che avrebbero beneficiato degli appalti: Luigi D’Alessandro e Giuseppe Catauro.

Dario Striano

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