A San Sebastiano al Vesuvio: sulla facciata del Municipio lo striscione “Giustizia per Mario Paciolla”

San Sebastiano al Vesuvio – “Giustizia per Mario Paciolla”. È la scritta sullo striscione per ricordare l’operatore Onu morto lo scorso 15 luglio in Colombia, nella sua abitazione a San Vicente del Caguán, dove viveva dal 2016. Lo striscione, con la foto del giovane cooperante delle Nazioni Unite, che avrebbe compiuto 34 anni lo scorso 28 marzo, è stato esposto a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli, il 15 aprile, a nove mesi esatti dalla sua scomparsa. Su proposta della mamma e del papà di Mario, Anna Motta e Giuseppe Paciolla, l’amministrazione comunale di San Sebastiano al Vesuvio ha infatti autorizzato, per 60 giorni, l’affissione dello striscione sulla facciata principale della casa comunale, in piazza Capasso.

“È doveroso – spiega il sindaco della cittadina vesuviana, Salvatore Sannino – non far calare l’attenzione sulla vicenda di Mario e di tutti i volontari che perdono la vita all’estero mentre sono impegnati in missioni umanitarie. Noi contribuiamo con questa simbolica ma importante iniziativa di sensibilizzazione dei cittadini sul tema»” All’iniziativa hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni locali e i genitori dell’operatore Onu che, dal 2018, era impegnato in un’attività molto delicata in una regione martoriata dalla guerra civile da oltre 50 anni. In particolare, Mario cooperava con la Missione delle Nazioni Unite per la verifica dei risultati dei progetti Onu nel Paese sudamericano e, prima di ogni viaggio, seguiva specifici corsi di formazione di almeno un anno. Nonostante la giovane età, era già un veterano dei progetti all’estero, poiché il suo lavoro lo aveva portato in Giordania, India e Argentina.   Era ritornato in Colombia lo scorso dicembre per ultimare il suo lavoro, nonostante le restrizioni dettate dalla diffusione del contagio da Covid 19 in Sudamerica. “Con questo striscione – dice l’assessore comunale alla Cultura, Assia Filosa – ci uniamo all’appello lanciato dalla Rete Accademica Europea per la Pace in Colombia (Europaz) al grido di: “Dobbiamo diventare milioni per avere la verità sulla morte di Mario Paciolla”, senza dimenticare tutti gli altri operatori impegnati in missioni di pace all’estero che hanno perso la vita negli ultimi anni come Giulio Regeni, assassinato nel 2016 o Patrick Zaky, ingiustamente detenuto da febbraio 2020″.

Originario del Rione Alto, quartiere collinare di Napoli, Mario Paciolla era laureato in Scienze politiche ed era iscritto all’Ordine regionale dei giornalisti della Campania.  Aveva iniziato a scrivere per il giornale di quartiere Chiaia News, denunciando le ingiustizie del territorio. Grazie ai suoi studi, ai tanti viaggi e al suo impegno in progetti sociali sia in Italia che all’estero, aveva sviluppato capacità analitiche profonde che gli avevano permesso di collaborare con le più importanti testate italiane di geopolitica, come Eastwest e Limes. Proprio da queste pagine, tra le altre cose, raccontava la Colombia all’indomani degli Accordi di Pace e l’aumento degli omicidi di civili.

 

 

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