VITTORIO FELTRI OFFENDE ANCORA LA CAMPANIA, GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI PERO’ LO VOLEVANO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. C’E’ DAVVERO DA RIFLETTERE E NON SU FELTRI PER CARITA’

Il primo fu il napoletano Enrico De Nicola, oggi c’è Sergio Mattarella. Tra loro altri dieci Presidenti della Repubblica del calibro di Sandro Pertini (il più amato tra il 1978 e il 1985), Carlo Azeglio Ciampi (tra il 1999 e il 2006), i discussi Francesco Cossiga (tra il 1985 e il 1992) e Giorgio Napolitano (tra il 2006 e il 2012 e tra 2013 e il 2015), l’unico eletto per ben due volte. Prima, dopo e durante Luigi Einaudi (tra il 1948 e il1955), Giovanni Gronchi (tra il 1955 e il 1962), Antonio Segni (tra il 1962 e il 1964), Giuseppe Saragat (tra il 1964 e il 1971), il vesuviano Giovanni Leone (tra il 1971 e il 1978) e Oscar Luigi Scalfaro (tra il 1992 e il 1999). Ma ve lo immaginate Presidente della Repubblica Italiana Vittorio Feltri? Quello delle parolacce alla tv, delle offese ai Meridionali e ai Campani e soprattutto quello dei titoloni a quattro colonne ricchi di refusi e invettive sui quotidiani che dirige da anni per la famiglia Berlusconi? Io no. Non riesco proprio ad immaginarmelo un Presidente della Repubblica così. Sarà che nella mia piccola e provincialissima carriera di giornalista (con qualche passaggio tra Roma e Milano, anche per qualche redazione importante diversa da quella local che è il mio orgoglio) nemmeno me lo immagino direttore di giornale uno così. Ma nel 2015 ben due partiti che oggi sono ben radicati nella nostra tanto amata Regione, ebbero la brillante idea di candidarlo a Preseidente della Repubblica. Sì, proprio così. Vittorio Feltri, l’omofobo, il misogino, quello che dice parolacce a destra e a manca e offende tutti candidato a baluardo della bandiera, rappresentante della nostra Costitutuzione.

Nel 2015 appunto, quando per fortuna fu eletto il Presidente Sergio Mattarella, la Lega e Fratelli d’Italia-An (non avevano ancora rescisso il contratto) candidano Vittorio Feltri per la Presidenza della Repubblica, “Spirito libero, indipendente, un po’ anarchico”. Lo annunciano in una conferenza stampa il segretario del Carroccio Matteo Salvini e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che in quella conferenza stampa invitavano Forza Italia ad accettare la candidatura di Feltri a Presidente della Repubblica, non si sa bene per quali caratteristiche specifiche se non per le offese gratuite, la scarsa professionalità (un giornalista verifica le notizie e da l’opportunità alla controparte di dir la sua) e l’arroganza. Ieri l’ennesimo show televisivo in un programma che fatto com’è merita l’auditel che gli attestano gli indici,  e non per la vocina stridente di chi l’ha ideato e condotto che si erge a grillo parlante, troppo romanticamente autoriferendosi a Collodi, ma perché è diventato un contenitore vuoto riempito solo da Feltri, la Zanicchi e da qualcun altro che non se lo fila più nessuno e lì dentro trova un po’ di visibilità e ravviva il suo ego andato. Ieri il direttore di Libero Vittorio Feltri ha lanciato l’ennesimo attacco alla Campania, al meridione e ai napoletani. Un attacco gratuito, immotivato (perché privo di contenuti) e assolutamente offensivo.

https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/fuoridalcoro/feltri-credo-che-i-meridionali-in-molti-casi-siano-inferiori_F310235401016C03 

Però Matteo Salvini e la Meloni leader di due grossi partiti italiani solo cinque anni fa l’avrebbero voluto al posto di Sergio Mattarella. Vada per Salvini, che deve difendere lo statuto che fino a ieri (anche oggi, domani e sempre) ispira il suo partito (la Lega Nord che al primo articolo voleva la scissione tra Nord e Sud) ma la Meloni che fa la passionaria della borgata romana che ci fa con Feltri? Perché né Salvini, né la Meloni tanto abituati ai comunicati e ai social non hanno preso le distanze da chi solo cinque anni fa volevano al Palazzo del Quirinale sui colli di Roma? Cosa c’è dietro? E avanti? Farebbero bene tutti gli elettori di Fratelli d’Italia che vivono in Campania a pensarci su, perché quelli che sono campani e votano la Lega nemmeno vanno considerati più di tanto. Non foss’altro perché non sono mai andati a leggersi lo statuto del loro partito. Pardon, oggi movimento.

Paolo Perrotta

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