VICENDA EX SIMMONS A SOMMA VESUVIANA, ECCO LA CRONISTORIA DI “SIAMO SOMMESI”: TUTTI I DOCUMENTI CHE HANNO ACCOMPAGNATO LA STORIA

Somma Vesuviana – Solo qualche giorno fa “Siamo Sommesi” ha fatto chiarezza sulla questione della sede operativa dell’ex società Simmons, ormai inutilizzata da circa vent’anni. Quest’ immobile, sito in via Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana, è attualmente investito da una manifestazione d’interesse, proposta dall’attuale amministrazione Di Sarno. Lo scopo è di recuperare e valorizzare il complesso immobiliare con una manutenzione straordinaria, che non alteri le volumetrie, quindi senza nessun coinvolgimento della Soprintendenza. Ricordiamo, infatti, che l’ex Simmons, è sprovvista del parere della Soprintendenza, condizione che legittimità dal punto paesaggistico l’immobile. L’ex opificio, si trova in zona di categoria D1 (zona industriale) – come si evince dalla visura catastale in allegato – qui già sorgono lo Stadio Felice Nappi, una pista da pattinaggio e dei campi da tennis. Oggi, documenti alla mano, ripercorreremo insieme le tappe che hanno visto protagonista l’ex fabbrica di materassi e il Comune di Somma Vesuviana.

Ripartiamo da ottobre 1963, quando l’allora Sindaco Francesco De Siervo, rilasciò una licenza edilizia per la costruzione di quest’immobile industriale, che non ricevette mai il parere della Soprintendenza. Nel 2001 l’immobile viene acquistato dal Comune di Somma Vesuviana in seguito al precedente fallimento.

Nel 2004, periodo dell’amministrazione del Sindaco Vincenzo D’Avino, ci fu la proposta di realizzazione in tale impianto un Palazzetto dello Sport. Purtroppo, però, fu rispedita al mittente,  poiché, mancavano i requisiti di legge e, quindi, non si è avuta  la possibilità di accedere a qualche finanziamento erogato da Enti sovraordinati.

Nel 2006 l’amministrazione D’Avino riceve parere contrario da parte dei “Beni Architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Napoli e Provincia”. Nel documento datato luglio 2006 si legge “Annullamento del provvedimento n.58 del 4.4.2006 del Dirigente U.T.C. Area VI del Comune di Somma Vesuviana con cui l’Amministrazione Comunale ai sensi dell’art 146 del Decreto Legislativo n. 42/04, ad effettuare dei lavori di riqualificazione dell’area “ex Simmons” e la realizzazione di un impianto sportivo in località Santa Maria del Pozzo”. Andiamo alle motivazioni dell’annullamento e leggiamo ancora: “CONSIDERATO che con nota prot.  N° 11823 del 19.5.2006 quest’Ufficio ha richiesto la seguente documentazione integrativa al Comune: “Atti di legittimità ai fini paesaggistici dell’insediamento industriale della Simmons”(…)”la documentazione richiesta con la predetta nota non è stata a tutt’oggi trasmessa.”

Tale annullamento, dunque, avviene sulla “scorta di una documentazione carente e non conforme alla vigente norma in materia (Legge Regione Campania n.10/82).” Quello che si contesta è la mancanza degli atti di legittimità perché il Comune non ha il parere della Soprintendenza. Alleghiamo copia della Raccomandata.

Nel 2011 l’amministrazione Allocca riprende lo stesso progetto, prevedendo interventi di abbattimento e ricostruzione, ma neanche stavolta si raggiunge l’obiettivo sperato.

Noi di “Siamo Sommesi”, abbiamo sempre agito in piena coerenza e concretezza. A chi sa solo offendere, come Giuseppe Auriemma, ex segretario PD che, sul social Facebook in un post, ci ha etichettato come ipocriti, vorremmo ricordare dichiarazioni molto importanti e veritiere che in passato sono state fatte da altri. Nel 2015, durante il consiglio Comunale, infatti, il consigliere Giuseppe Cimmino del PD, dichiara a più riprese di essere molto perplesso e di non essere convinto della buona riuscita del progetto: “La storia di questo Palazzetto dello Sport risale al lontano 2004 (…) prevedeva un progetto di 6 milioni e mezzo di euro. (…) annullato dalla Sovrintendenza per i beni architettonici e per il patrimonio artistico, perché (…)il fabbricato (…) manca del necessario parere della Sovrintendenza. (…) In tutto ciò manca qualcosa di fondamentale, che è la previsione finanziaria della gestione della struttura”. Dice e poi aggiunge: “Tutti vogliamo che Somma abbia un Palezzetto dello Sport, che ci sia una piscina, però la preoccupazione mia è che, dopo, questa opera possa rimanere abbandonata a se stessa, perché non si è fatta una analisi dei costi benefici e non si è fatto preventivamente un piano finanziario per la gestione della stessa.” Ma ci piace ancor di più riportare una dichiarazione dello stesso Cimmino, che ben mette in luce la situazione: “E’ palese che di questa cosa del Palazzetto dello Sport tutte le amministrazioni passate se ne siano lavate la bocca (…) Non dobbiamo solo metterci l’anima e diffondere il messaggio ai cittadini che noi stiamo approvando un piano di riqualificazione della zona con l’insediamento del Palazzetto dello sport (…) dobbiamo pianificare la gestione di queste opere”. L’idea, dunque, era quella di agire prima di tutto per il bene dei cittadini, amministrando il denaro pubblico al meglio, senza riportare inutili spese di “CATTEDRALI NEL DESERTO”.

Questo accadeva come dicevamo nel 2015, come commento alla proposta dell’allora Assessore Coppola sul progetto di “Riqualificazione area ex Simmons da adibire a centro sportivo (piscina, palestra polivalente, sala ginnica) alla via delle industrie località Santa Maria del Pozzo – Approvazione progetto definitivo”. E’ la volta dell’amministrazione Piccolo, che affronta il “problema”, senza un chiaro approfondimento dell’argomento, confondendo un atto definitivo con uno esecutivo. L’esecutività del progetto, precisiamo, si ottiene quando si hanno tutti i pareri. Quello della Soprintendenza non si potrà mai avere su un progetto che va a cambiare la destinazione.

Sempre coerenti e concreti nell’esporre le nostre idee, nella stessa sede citata sopra, il nostro attuale Presidente del Consiglio, Giuseppe Sommese, mostrava giustamente le forti perplessità all’Assise, in merito alle lacune che prevedeva la delibera presentata, soprattutto in termini di finanziamento e sulla mancanza dell’aspetto della legittimità paesaggistica: “(…) sui fondi Jessica abbiamo le nostre perplessità, in quanto c’è una compartecipazione del Comune del 25% (…) starei attento ad approvare questa delibera con la quale mi impegno a confinanziare questo progetto (…) 1.100.000,00 che il Comune deve avere in cassa”. Rivolgendosi poi all’allora Assessore Coppola “Lei mi viene a dire che nella gestione fa step su step, per cui nella gestione potrebbe anche preventivare l’ingresso di un privato (…) perché non ha visto se si poteva fare un progetto di financing che era tutto a carico del privato? ” Altro aspetto fondamentale posto in essere grazie al prezioso intervento del Presidente Sommese, fu il fatto che la delibera presentata in Consiglio nel 2015 rispecchiava quella del 2011 “con l’aggiunta solo della piscina comunale”, progetto che come abbiamo visto in precedenza fu annullato perché privo del parere della Sovrintendenza.

 

 

 

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.