VERSO IL VOTO DI MARZO – A Pomigliano d’Arco folla oceanica per Vittorio Sgarbi: “Non siamo solo la Fiat che ci ha tradito. Dobbiamo puntare all’arte e ai colossi della cultura come Vittorio Imbriani”

Pomigliano d’Arco – Il fascino e l’appeal sono immutati, anzi a chi si aspettava un Vittorio Sgarbi arrogante e antipatico, il professore e curatore d’arte tra i più apprezzati al mondo che sfida il leader dei 5Stelle (Luigi Di Maio) a casa sua, ha presentato un “candidato” affascinante che alle solite promesse in campagna elettorale ha proposto di l+rilanciare le opere d’arte e i percorsi culturali del territorio, perché Pomigliano d’Arco non sia solo la città della Fiat che hanno tradito e trasformato in americana, ma soprattutto quella di Vittorio Imbriani” e Sgarbi, intervenuto a parlare per ultimo alla platea pienissima del cinema teatro Gloria (molte persone son rimaste fuori il picchetto di polizia e carabinieri (che hanno fatto rimuovere i manifesti dei Cobas contro il critico d’arte) ha infiammato la sala. Le bordate agli avversari (tutti, non solo i 5Stelle), quelle interne alla sua coalizione e quelle indirizzate ai traditori (vedi alla voce Alfano…), non hanno interferito con la sua proposta culturale per i territori. Prima di lui, Gabriella Fabbrocino, Leonide Colombrino, Giusy Romano (numeri alla mano ha raccontato gli effetti di una sana politica industriale che hanno portato a Napoli e in Provincia migliaia di assunzioni nelle aree Asi)  e il sindaco della città operaia Lello Russo che al tavolo ha preferito lo scrittoio prima di evolvere in un monologo simpatico sicuramente ma soprattutto più indirizzato a tessere la tela (in negativo ovviamente) del cittadino illustre Luigi Di Maio che quella più propositiva del suo gruppo politico. Certamente sarà la resa dei conti: a Pomigliano d’Arco (e gli stati generali del partito accorsi al Gloria ne sono la testimonianza) sarà guerra all’ultimo voto. Il messaggio è chiaro: l’esercito di Lello Russo tutto in campo per togliere voti ai grillini a casa loro.

“In Italia – tra le cose dette dal prof. Sgarbi – c’è l’usanza di assegnare incarichi a gente incompetente. Perché Di maio non si propone a coordinare un dipartimento di cardiologia di un ospedale del Sud e invece vuole fare il capo del Governo? Perché qui si pensa c he la politica sia cosa per faccendieri senza storia personale e culturale. Dobbiamo dire basta”. E solo alla fine dell’intervento si è concesso a bene 7 “capra” indirizzate al vice presidente della camera, reo secondo il popolo di Forza Italia di non aver fatto un percorso di studi e non avere un curriculum professionale tale da potergli permettere di amministrare il governo della nazione. Sgarbi in chiusura ne ha anche per il Pd e Liberi e uguali. “Il Pd è tornato ad essere quello che è stato: un apparato di cui il leader Maximo ha perso la leadership e dove il governo rappresenta la loro struttura inesistente. Liberi e uguali, non avendo il coraggio di fare il partito dei poveri siccome i big del partito sono ricchissimi, si sono inventati una cosa a sinistra per il popolo della sinistra. Ma a sinistra di cosa? Se ognuno facesse rispetto alle proprie conoscenze e attitudini non ci sarebbe destra e sinistra ma buon governo”. Selfie a parti, Sbarbi infuoca la platea di più e forse meglio di Grillo che “conosco bene perché per un periodo ha corteggiato mia sorella”.

Publié par L'Ora Vesuviana sur mardi 6 février 2018

A fine show, tutti pronti: un voto in più. Le donne e gli uomini di Lello Russo sul territorio sono più forti: per bene due volte hanno prima scalfito e poi definitivamente distrutto il potere politico della sinistra di Michele Caiazzo in città e stanno gettando le basi per continuare a governare. Solo alla fine si assisterà la sfida (senza esclusione di colpi) interna tra gli eredi di Lello Russo. Ora, però, l’obiettivo sono i 5Stelle, l’uomo da abbattere è Luigi Di Maio.

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