Verso il Referendum per la riforma costituzionale: Massimo D’Alema sotto il Vesuvio a favore del “no”

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Prima Ercolano, che al colpo di coda e di Leopolda è diventata Renziana. Poi a Portici che è sempre stata di Enzo Cuomo, nonostante la pausa immobile della gestione di Nicola Marrone il magistrato ormai ex sindaco che in meno di un anno ha cambiato più di una giunta e più di una maggioranza: la visita guidata ai comitati del “no” per la riforma costituzionale (votare il “sì” significa affidare la costituzione in mano a un manipolo di uomini e di donne la cui riforma l’hanno scritta anche male…) di Massimo D’Alema, invecchiato e non imbruttito perchè mai stato bello, è stata di sicuro un esercizio di democrazia  partecipata per porre fine alle “truppe cammellate” targate Pd che senza nemmeno legger le modifiche scritte dalla bella (ma qui son gusti) Maria Elena Boschi, son pronti a far votare “sì”, perchè così deciso da Renzi (a Roma) e da De Luca (in Campania). Il referendum sulla riforma costituzionale si terrà il 4 dicembre. I seggi resteranno aperti dalle 7 alle 23. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, scatenando subito le proteste dell’opposizione. Il premier aprirà la campagna per il “Sì” il prossimo 29 settembre a Firenze. Il capoluogo toscano rappresenta la prima di numerose tappe in vista di un voto che sarà decisivo per la sopravvivenza del governo.  “Nel merito la questione è semplice. Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il Cnel si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no? Questo è il quesito referendario. Così stabilito dalla Legge, non dal marketing», afferma ancora Renzi. «Ma potremmo ridurlo a un concetto più semplice. Vogliamo avere un Paese più stabile e più semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D’Alema-Berlusconi o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei più grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare? La partita è tutta qui” Ovviamente non tutto quello che proclama sa di esser vero, ma il premier mai votato dai cittadini, lo dice con talmente tanta convinzione da farlo sembrar tale. “Scegliendo il 4 dicembre Renzi non allontana solo la data del referendum, prova ad allontanare la sua paura di andare a casa. Ma quello che è differito non è evitato”. Così su Facebook Luigi Di Maio, del direttorio Cinque Stelle e vicepresidente della Camera. “Il dado è tratto. Sappiamo finalmente che si voterà il 4 dicembre e quello che è un diritto sembra quasi una conquista. Adesso però è il momento di lasciare da parte ogni tipo di polemica e di concentrarsi sulla campagna per il no. Dai sondaggi emerge che anche una quota dei nostri elettori è ancora indecisa». Lo dichiara il senatore di Fi, Renato Schifani. «Occorre quindi una forte mobilitazione di tutti sul territorio per spiegare con dovizia di particolari perché questa riforma costituzionale è completamente sbagliata. Gli indecisi vanno convinti con intelligenza, smontando pezzo per pezzo e nel merito la propaganda di chi, sulle riforme come in politica economica, promette molto e mantiene nulla», conclude l’ex presidente del Senato. “Renzi ha bisogno di una lezione istruttiva, per sé, il Paese e il partito. Per questo deve vincere il no”. D’Alema non usa termini lusinghieri per il presidente del Consiglio e la riforma costituzionale. Intervenendo ad Ercolano e poi  Portici (chi vince veramente è il collega Maurizio Capozzo per l’impeccabilità e la professionalità con cui ha condotto il dibattito) all’inaugurazione del comitato per il “no” il leader spara: “Questa riforma non serve a niente. Perfino il modo con cui è formulato il quesito è un trucco che inganna. Si toglie solo partecipazione e sovranità popolare”. In una sala al Mav non certo affollata come ai vecchi tempi, D’Alema prevede che Renzi non andrà via se vince il no e non cadrà il governo. “Ci sarà il tempo – spiega- per fare una piccola riforma per ridurre il numero dei parlamentari. Con il no, inoltre, bisognerà cambiare una legge elettorale sbagliata”. “Ancora un’ottima iniziativa organizzata dal Partito Democratico di Portici – il commento a caldo affidato ai social del senatore Enzo Cuomo, da sempre e palesemente (a differenza di quanti si nascondono per poi cambiar bandiera) contro il il “sì” con un confronto nel merito e sui contenuti del referendum costituzionale del 4 dicembre. Molto buona la conduzione di Maurizio Capozzo, articolato ed intenso il confronto tra Giorgio Tonini  per le ragioni del Si e Massimo D’Alema  per le ragioni del No. Tante persone partecipanti a testimonianza che il confronto e l’approfondimento sui contenuti e nel merito è apprezzato dai Cittadini”.

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