Un market della droga davanti al Comune di San Giorgio: le donne al comando del clan

 

San Giorgio a Cremano – Tutto avveniva sotto la luce del sole, o quasi. Tutto comunque avveniva sotto gli occhi attenti della videosorveglianza cittadina. Tutto avveniva di fronte al comune e chissà se il sindaco, quello vero Giorgio Zinno e la sindaca, come viene chiamata la donna del boss, capoclan a sua volta, si sono mai incrociati. “Se abbiamo torto noi, ci facciamo dare ragione”. Immacolata Iattarelli, 55 anni, la moglie del boss Ciro Troia alias Gelsomino e mamma di Francesco e Vincenzo (detto ‘o tumore: il nome è tutto un programma) gestiva le piazze di spaccio e gli affari del clan che a San Giorgio a Cremano una volta erano gestiti dalla famiglia Abate di cui i Troia erano fedelissimi. Era la sindaca Immacolata Iattarelli assieme alla nuora 27enne Concetta Aprea (cognome pesante: è la figlia del boss storico di barra pont e curtiello) , a gestire il clan e la cassa, visto che ormai i Troia sono detenuti da cinque anni. Ieri notte, 130 uomini del comando provinciale dei carabinieri di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanna Pollio del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia nei confronti di 39 persone (32 in carcere, una ai domiciliari e sei divieti di dimora), accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di associazione dedita allo spaccio di stupefacenti e di banconote false. «Questa inchiesta ha dimostrato la presenza e la forza del clan Troia a San Giorgio, con due donne che gestivano la cassa e le mensilità», spiega il colonnello Filippo Melchiorre, comandante del gruppo carabinieri di Torre Annunziata. Questo in alleanza con i Rinaldi e i Reale di San Giovanni a Teduccio, e in contrasto con gli Abate e i D’Amico del Conocal a Ponticelli. A San Giorgio a Cremano c’erano otto piazze di spaccio: cocaina, eroina, crack, hashish e marijuana. Quella più importante, gestita direttamente dalla sindaca diSan Giorgio a Cremano si trova proprio di fronte al Comune e controllata da Francesco uno scugnizzo del clan che a soli 17 anni andava armato di pistola e trattava coi pusher delle varie piazze. Poi tornava a casa dalla sindaca a riferire.

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