Tutto il Vesuviano piange il carabiniere ucciso: Rosa Maria in lacrime sull’altare, il feretro avvolto nel tricolore con la maglia di Insigne. Il sindaco: “Gli assassini marciscano in carcere”

Somma Vesuviana – Un lunghissimo applauso ha accolto il feretro del vice brigadiere Mario Cerciello Rega nella chiesa di Santa Croce di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana. Il feretro è stato portato in chiesa a spalla da sei carabinieri, scortati da quattro colleghi in alta uniforme. Sulla bara le foto del matrimonio e una maglia del Napoli, di cui Mario era appassionato tifoso.

Mille persone si sono radunate all’esterno della chiesa retta dai francescani. Uomini delle forze dell’ordine, preti, tra cui padre Maurizio Patriciello, gente comune, parenti e amici ma anche chi non conosceva il carabiniere ed è giunto da Napoli apposta per rendergli omaggio. Proprio in questa chiesa, poco più di un mese fa, Mario si era sposato. «Ricordo ancora quella bellissima cerimonia – spiega una conoscente del vicebrigadiere – quel giorno piangemmo di gioia, oggi piangeremo di dolore. Che peccato, un bravo ragazzo che non doveva avere questa sorte».

I banchi della chiesa sono completamenti pieni e decine di persone sono in piedi nelle navate laterali. Altre decine di persone, oltre i volontari della Protezione Civile e ai militari, sono sul piazzale esterno, dove sono allineate le corone di fiori del presidente della Repubblica, dei presidenti del Senato e della Camera, del ministro della Difesa, del comando generale dell’Arma dei carabinieri e della compagnia Roma Centro, alla quale apparteneva il militare. Il picchetto di onore dei carabinieri, in alta uniforme, renderà gli onori a Cerciello Rega.

La cerimonia funebre è officiata dall’Ordinario militare monsignore Santo Marcianò: «Mario era fiero di essere carabiniere e come tale aiutava tutti quelli che incontrava sul suo cammino, nessuno escluso. Non chiediamo al Signore perché ce lo ha tolto, ringraziamolo per avercelo donato», ha detto l’arcivescovo dopo aver salutato per nome i familiari del vicebrigadiere ucciso.

«Quanto è accaduto è ingiusto», e «ci spinge, oggi, a levare un grido che si unisce alla tante e diverse voci che in questi giorni hanno formato un unico coro, testimoniando la straordinarietà dell’uomo e del carabiniere Mario, ma anche chiedendo giustizia e che eventi come questo non accadano più. Basta! Basta piangere servitori dello Stato, figli di una Nazione che sembra aver smarrito quei valori per i quali essi arrivano a immolare la vita», l’urlo dell’Ordinario militare.

«Mario – ha detto monsignore Marcianò – ha servito persino la vita dei criminali, anche di colui che lo ha accoltellato e che, certamente, egli avrebbe voluto difendere dal dramma terribile della droga che disumanizza e rende vittime dei mercanti di morte, soprattutto i giovani». «I suoi colleghi riferiscono di come incarnasse a perfezione la missione del carabiniere, con competenza e destrezza ma anche con una dedizione e una cura della persona superiori a ogni regolamento scritto; era capace di vegliare una notte intera in ospedale, accanto a una madre vedova e alla figlia, o di provvedere ai pasti e alla dignità dei criminali arrestati. Il suo sorriso ha occupato in questi giorni le prime pagine dei giornali, testimonianza di una non comune capacità di donare amore, amicizia, gioia. Era la sua vita, perciò ha potuto servire la vita fino alla fine, offrendo una lezione indimenticabile che lascia senza parole e ha fermato l’Italia, con una partecipazione di popolo poche volte registrata».

«Mario non era un rassegnato! Noi non siamo rassegnati e non ci rassegneremo», ha detto ancora monsignore Marcianò ripetendo più volte la parola «Risorgi!»: «Mario lo dice anche a tanti cuori di criminali, particolarmente a quei giovani tentati dalla violenza e dal guadagno facile, dalla cultura delle dipendenze e del rischio estremo. Risorgi, giovane, purifica e cambia la tua vita, renditi conto di cosa è la vita, di cosa la custodisce e le dona sapore e senso». «Quello che è successo è e rimane profondamente ingiusto», ma la morte del vicebrigadiere di Somma Vesuviana «rappresenta una testimonianza di amore e di fede». «In vita, la tua luce era rimasta nascosta tra i familiari e gli amici, in questo paese natale, nel quartiere dove prestavi servizio a Roma; oggi, però, splende davanti agli uomini, diventando per la nostra Nazione, per il mondo, per la Chiesa tutta, faro che indica la strada, esempio che illumina, fonte di speranza che sostiene. Questo è il dono che ci lasci, caro Mario», ha concluso monsignor Marcianò tra gli applausi.

Poi l’appello alle istituzioni: «Fate anche voi, responsabili della cosa pubblica, della vita degli altri il senso della vostra vita, consapevoli che quanto operate o non operate è rivolto a uomini concreti: a cittadini e stranieri, a uomini e donne delle Forze Armate e forze dell’ordine, ai quali non possiamo non rinnovare il grazie e l’incoraggiamento della Chiesa e della gente. E se voi e tutti noi sapremo meglio imparare, da uomini come Mario, il senso dello Stato e del bene comune, l’Italia risorgerà. Risorga il senso della giustizia, della legalità, del dovere e della fraternità, a partire dagli uomini delle istituzioni, chiamati a riscoprire l’alto senso etico della propria responsabilità, rifuggendo politiche di interessi, conflitti e corruzione, e perseguendo le autentiche priorità del proprio impegno. Non è nostro compito dire se servano leggi più rigide o soltanto leggi più giuste, ma una cosa osiamo chiedervela: Metteteci il cuore!».

Alla solenne concelebrazione prendono parte il vescovo di Nola, Francesco Marino, tutti i parroci di Somma Vesuviana e numerosi cappellani militari. Anche il comandante dell’Arma dei carabinieri, generale Giovanni Nistri, parlerà brevemente mentre al termine della cerimonia monsignore Marcianò leggerà la preghiera del carabiniere. Sono presenti anche i componenti dell’associazione cavalieri di Malta della quale Cerciello Rega faceva parte per svolgere attività di volontariato.

Poco prima di mezzogiorno è giunto il ministro degli Interni Matteo Salvini, accolto da applausi nella chiesa Santa croce di Santa Maria del pozzo a Somma Vesuviana. Al suo ingresso alcune anziane signore lo hanno intercettato dicendogli: «Proteggete i nostri ragazzi». Subito dopo sono arrivati anche il vicepremier Luigi Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico. Tra le altre autorità giunte in chiesa, i ministri Trenta e Costa, il sottosegretario alla Difesa Tofalo, il vicepresidente del Senato La Russa, la medaglia d’oro al valore militare Gianfranco Paglia e il sindaco di Roma Virginia Raggi. Palloncini bianchi con un cuore viola è la scritta «Ciao Mario» sono stati preparati da un gruppo di giovani e saranno liberati in cielo all’uscita del feretro dalla chiesa.

“Senza polemiche, nel dolore e vicini alla famiglia di un eroe, spero che colpevoli marciscano in galera” il commento del primo cittadino di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno che ha dichiarato il lutto cittadino.

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