TRENTANOVE ANNI E UN GIORNO – La camorra di Cutolo ammazzò sotto gli occhi della madre Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale ad Ottaviano

OTTAVIANO – “Il 7 Novembre 1980, Mimmo uscì di casa alle sette meno un quarto per andare a lavoro. Aprì la portiera della macchina e posò la borsa sul sedile.Loro erano in due. Arrivarono su una centoventotto blu metalizzato rubata dieci giorni prima. Lui era di spalle e forse non li vide. “Dottore”, gli gridarono dalla Centoventotto. Lui si girò. Lo colpirono al collo e alla testa. Spararono con il silenziatore sotto gli occhi della madre che era affacciata al balcone di casa. A terra, a bocca aperta, Mimmo fece solo un gesto, come se volesse slacciarsi la cravatta, ma era troppo tardi. Da allora sono passati trentanove anni. Una vita. Sarà retorico dirlo, ma è proprio quella vita che a Mimmo è stato impedito di vivere…a noi tocca il compito di non dimenticare! Mai” così un post su Facebook ricorda Domenico Mimmo Beneventano, un medico bravo e un cinsigliere comunale in una terra dove se stavi in consiglio, i consigli li dovevi prendere da don Raffaele. Mimmo i consigli non li prendeva da nessuno e la Nuova Camorra Organizzata che ad Ottaviano aveva il suo epicentro perché lì abitava Raffaele Cutolo, decise che la vita di un giovane medico comunista e sognatore dovesse finire il 7 novembre di trentanove anni fa, nella sua Ottaviano. A Mimmo Beneventano questo giornale, assieme all’Associazione Culturale Laboratorio e all’Amref, dopo una raccolta fondi con un torneo di beneficenza tra i comuni del vesuviano, intitolò un pozzo in Africa. Sul pozzo c’è scritto: a Mimmo Beneventano, vittima innocente della camorra.

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