TRA LE VITTIME 4 GIOVANI VESUVIANI – Concluse le indagini sul crollo del ponte di Genova, notificati gli avvisi di garanzia

Dopo quasi tre anni sono giunte a conclusione le indagini della procura di Genova sul disastro del Ponte Morandi, il viadotto autostradale della A10 sgretolatosi il 14 agosto del 2018, portando alla morte 43 persone (tra cui quattro giovani vesuviani di Torre del Greco Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Antonio Stanzione e Gerardo Esposito: gente comune, senza colpe, immolata, a quanto pare, sull’altare del profitto. Nelle ultime ore la Guardia di Finanza sta notificando gli avvisi agli indagati, ben 71 persone, ed alle società Aspi e Spea, tra ex vertici e tecnici dell’aziende, ex e attuali dirigenti e tecnici del ministero delle infrastrutture e del provveditorato.

Le indagini

Le indagini sono state condotte da i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno, insieme all’aggiunto Paolo D’Ovidio. Hanno coinvolto oltre 200 testimoni e viste attivate migliaia di intercettazioni. Uno sforzo enorme che ha portato per gli indagati accuse a vario titolo che vanno dal disastro e omicidio colposo all’attentato alla sicurezza dei trasporti alla rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, passando per l’omicidio stradale.

Le conclusioni

I periti hanno concluso che: “C’è stata un’incosciente dilazione dei tempi rispetto alle decisioni da assumere ai fini della sicurezza E ciò nonostante si fosse a conoscenza della gravità e della contemporanea evoluzione degli stati di ammaloramento del viadotto. Confusione e accavallamento di ruoli nella catena di responsabilità dei vari soggetti coinvolti, ovvero Aspi, Spea, Autorità preposte alla vigilanza e al controllo consulenti e tecnici esterni. Non è stata presa alcuna decisione operativa in merito alla sicurezza strutturale perché “tale decisione avrebbe dovuto comportare scelte importanti, quali l’immediata chiusura al traffico del viadotto”.

 

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