Totò è diventato dottore. Il principe della risata, al secolo Antonio De Curtis, ora è laureato alla Federico II

Il titolo, laurea ad honorem in Discipline dello spettacolo, è stato conferito all’attore che ha saputo far gioire intere generazioni e ancora lo fa, dall’Università Federico Ii di Napoli. A ritirarlo la nipote di Totò, Elena Anticoli, figlia di Liliana. “Questa ‘Laura’, come direbbe lui, è una rivincita, un riconoscimento per mio nonno” ha detto commossa . “Gli viene restituita – ha aggiunto – un po’ di quella gioia che da mezzo secolo lui regala a noi”.  “Ha unito il Paese quando c’erano spinte alla divisione, ha consolato tutti, da Nord a Sud, il ricco e il povero” ha detto Renzo Arbore, nel corso della laudatio dedicata a Totò, il principe della risata, al quale, su proposta dello stesso Arbore, la Federico II ha conferito la laurea ad honorem alla memoria. “A Napoli c’era e c’è ancora il concetto di consolazione – ha affermato – si dice: ‘Ci siamo consolati’ quando si vede una cosa bella una cosa che esiste solo a Napoli, forse per tutte le dominazioni subite. Totò ha il grande merito di averci consolato dopo il dramma della Seconda guerra mondiale; ha interpretato, come nessun altro, la fraternità sopraggiunta dopo l’odio, i nemici della guerra”. “Totò è arrivato e ha conciliato tutti – ha concluso – ci ha consolato con le risate e la sua cultura intelligente e sorridente”. Uno dei più straordinari interpreti dello spettacolo comico, teatrale e cinematografico italiano, lasciando contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante” ha detto Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli, in occasione della cerimonia per conferire a Totò, a 50 anni dalla sua scomparsa, la laurea ad honorem alla memoria in Discipline dello spettacolo. “Il suo impegno come attore, la sua strepitosa, indimenticabile motilità fisica – ha affermato – hanno saputo attingere alla grande tradizione della commedia dell’arte, ma anche sfruttare, come non mancarono di notare prontamente Pier Paolo Pasolini e Carmelo Bene, suoi grandi ammiratori, la relazione strettissima tra marionetta e corpo umano teorizzata e praticata dalle avanguardie storiche”. “Nato e cresciuto prima degli anni Quaranta del secolo scorso – ha concluso – Totò ha saputo mettere in scena, a teatro, a cinema e in televisione, la tendenza tipicamente italiana del secondo dopoguerra alla fusione tra il ‘popolo’ e la ‘piccola borghesia’, ancora attratta dall’aristocrazia: il principe de Curtis”.

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