Sprechi all’asl na3sud: nel mirino i centri silvia di ercolano e il plinio di portici

Sprechi che hanno affossato la sanità della Campania. L’Asl Napoli 3 Sud, per esempio, quella che gestisce i distretti sanitari da Castellammare di Stabia fino a Portici e serve oltre un milione di persone, che pagava le fatture due volte. Dalla dirigenza dell’azienda sanitaria arrivavano le autorizzazioni alle liquidazioni per prestazioni che non dovevano essere nemmeno effettuate da centri diagnostici privati. Altre fatture erano generiche e pur sempre passate all’incasso. Un sistema che ha generato in due anni e mezzo, un danno da oltre 6 milioni di euro. Nei giorni scorsi la svolta per un’inchiesta partita a settembre e condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dai pm della Corte dei Conti Ferruccio Capalbo e Francesco Vitiello. La sezione giurisdizionale dei giudici contabili ha emesso, infatti, un’ordinanza che conferma il sequestro conservativo di oltre 2 milioni e 700 mila euro nei confronti di Salvatore Brancaccio, ex direttore sanitario del distretto 34 dell’Asl Napoli 3 Sud, e di Pasquale Esposito, responsabile del centro diagnostico convenzionato “Plinio”, che ha avrebbe incassato soldi per prestazioni che non dovevano essere rimborsate. I beni degli indagati saranno “fermi” fino a quando non si procederà al giudizio di merito che stabilirà se sono o meno colpevoli del danno arrecato allo Stato e in particolare all’Asl Napoli 3 Sud. Nell’affare: il centro di terapia «Silvia» di Ercolano (danno da 477mila euro) e il centro «Plinio» di Portici. Sono stati invitati a dedurre dagli inquirenti: Felice Maiorana, dirigente del distretto 55 dell’Asl Napoli 3 Sud. Chiara Di Biase, avvocato e direttore del servizio affari legali dell’Asl e i titolari dei centri incriminati, Antonio Mancino (Centro Silvia) e Pasquale Esposito (Centro Plinio)

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