Somma Vesuviana, Onda Bianca sul Castello di Totò: “Ecco la nostra idea per il Castello d’Alagno: meglio una prestigiosa università pubblica che una struttura di cultura privata”

“Il Castello d’Alagno, oltre ad essere uno dei simboli più importanti del nostro territorio, è un bene comune che purtroppo, da troppo tempo, è rimasto inutilizzato per mancanza di agibilità. Sembrerebbe che questo ostacolo burocratico sia stato finalmente superato; oggi però, si presenta una ulteriore problematica: come “utilizzare” questo bene?

Alcune forze politiche e dei liberi cittadini hanno avanzato la proposta di utilizzarlo esclusivamente a vantaggio del pubblico e della cultura; mentre l’amministrazione sembrerebbe intenzionata nel metterlo a disposizione di una Università privata.

Noi di Onda Bianca intendiamo avanzare una proposta alternativa che potrebbe portare prestigio alla Città e vantaggio economico alle casse comunali senza intaccare l’utilizzo culturale del castello.

Invitiamo pertanto l’amministrazione ad indire un apposito bando pubblico, finalizzato a recuperare le disponibilità delle Università (con sedi a Napoli e provincia), per poter vagliare in maniera imparziale la proposta più vantaggiosa dal punto di vista non solo economico ma anche culturale. Il tutto potrebbe portare ad una scelta più aderente al territorio, infatti basti pensare ad un’eventuale disponibilità della facoltà di Agraria o dei Beni Culturali, cosa sarebbe un  volano  per l’intera città. All’Università si potrebbe prevedere l’assegnazione della parte superiore del castello, mentre la parte inferiore potrebbe ospitare le associazioni (che già occupano beni pubblici) volte alla sponsorizzazione del territorio e delle tradizioni locali (in città ce ne sono tante strutturate e competenti in materia) come ad esempio la Pro Loco o realtà come il Forum dei Giovani.

Con questa proposta si potrebbero alleggerire di gran lunga le spese della cassa comunale attraverso l’introito della concessione universitaria e nel contempo concentrare in un solo luogo le realtà associative e culturali del paese, liberando dei beni comunali che potrebbero essere utilizzati per altre finalità di carattere sociale”.

Onda Bianca 

 

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