Sant’Anastasia, Piano Urbanistico Comunale: l’intervento dell’associazione civica neAnastasis 

Siamo ormai alla quarta consiliatura comunale e a nove anni dal conferimento dell’incarico per la redazione del Piano Urbanistico e i cittadini sono ancora in attesa di conoscere quale sarà il futuro disegno del loro territorio. Purtroppo, si deve prendere atto, ancora una volta, dell’estrema difficoltà che incontrano gli amministratori comunali, qualunque sia il loro colore politico, a disegnare l’assetto urbanistico del proprio territorio. Gli interessi veri o presunti di pochi, il disinteresse di molti, la miopia di una classe politica che non va al di là della propria bottega, priva di una qualsiasi strategia di lungo corso, rendono arduo il compito. Alla fine, si rischia, per mascherare agli interessi di una minoranza di cittadini, di elaborare un futuro assetto del territorio alquanto fantasioso, come quello disegnato dallo studio Benevolo, non ancora adottato per fortuna dall’Amministrazione Comunale.

Allo stato attuale, considerando il caotico sviluppo edilizio che si è verificato a Sant’Anastasia come altrove, tra edilizia legale, semilegale, illegale, commistione tra residenze ed insediamenti di altro tipo, abbandono delle campagne, l’obbiettivo primario da perseguire risulta abbastanza ovvio: rigenerazione del territorio, urbano, extraurbano, agricolo e riqualificazione del costruito.

Il nuovo Piano Urbanistico (PUC), nella sua forma strutturale, ha validità a tempo indeterminato. Non essendo, quindi, legato a scadenze temporali, ha la possibilità di immaginare e, di conseguenza, progettare nelle sue linee essenziali il riassetto in toto di tutto il territorio, per ripristinarne, per quanto possibile, le sue caratteristiche intrinseche, mortificate in questi anni da  una espansione edilizia non sempre rispettosa della sua vocazione. Riassetto del territorio che dovrà comportare, necessariamente, la revisione della rete dei servizi, delle infrastrutture, della mobilità, degli impianti a servizio del cittadino, la protezione dei terreni agricoli con ripristino delle aree abbandonate, in particolare delle numerose aree che il vecchio Piano Regolatore aveva destinate ad attività industriali-artigianali-commerciali- turistiche, rimaste inutilizzate in tutti questi anni e sottratte alla loro vocazione agricola che occorrerebbe invece ripristinare.

Discorso a parte va fatta per le residenze. La legge regionale 21/2003 vieta il rilascio di titoli edilizi abilitanti la realizzazione di interventi finalizzati a nuova edilizia residenziale nei comuni della cosiddetta zona rossa in cui è compreso il nostro.  Non rimane, di conseguenza, se si vuole mantenere un quantum di attività edilizia nel futuro, che puntare sulla riqualificazione del costruito, con piani del colore, adeguamenti architettonici, eliminazione delle strutture diroccate, incomplete e abbandonate, con ripristino dell’area di sedime. Provvedere a migliorare la climatizzazione degli edifici e la loro resistenza alle azioni sismiche e vulcaniche.

La climatizzazione degli edifici, riscaldamento e raffrescamento, assorbe quasi il 30% di tutti i consumi energetici. In tema di riduzione dei consumi, certamente occorrerà puntare nel presente e nel futuro in questa direzione. Per la difesa dai danni provocati dai terremoti, servirà senz’altro adeguare la resistenza del costruito alle azioni sismiche. Analogamente per le azioni vulcaniche, dotare gli edifici di tetti spioventi, proteggere le aperture con scudi, si eviterebbe in tutto o in parte, in caso di eruzione, che i prodotti piroclastici entrino all’interno, rendendoli inagibili.

Rimane il problema delle numerose opere abusive, ad uso residenziale, disperse sul territorio. Allo stato attuale, niente si può fare in quanto il divieto di rilascio di titoli edilizi della legge 21/2003, prima richiamato, vale anche per concessioni in sanatoria, indipendentemente se siano o meno condonabili e questo sino all’entrata in vigore del Piano Paesaggistico Regionale.

La nuova Amministrazione Comunale è in fase d’insediamento, c’è sperare che finalmente provveda all’adozione del Piano Urbanistico di cui, dopo le contestazioni allo studio Benevolo, incaricato della redazione nove anni orsono, non ne conosciamo gli sviluppi subiti.

Restiamo in attesa

Associazione civica neAnastasis

 

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