Sanità e assistenza, istruzione, trasporti, distribuzione di energia, acqua e gas, telecomunicazioni, produzione e distribuzione del cibo: al Dipartimento di Scienze Sociali il prossimo 20 settembre si parlerà di Economia Fondamentale

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Sanità e assistenza, istruzione, trasporti, distribuzione di energia, acqua e gas, telecomunicazioni, produzione e distribuzione del cibo, raccolta e trattamento dei rifiuti. In che modo la finanziarizzazione ha trasformato l’economia fondamentale in Italia e quali politiche possono salvarla? L’economia fondamentale è quella parte di economia che ogni giorno diamo – o dovremmo poter dare – per scontata, perché tocca direttamente tutti i cittadini definendone concretamente le condizioni di vita. Anche in questa sfera dell’economia, invece, l’orientamento al benessere collettivo ha lasciato il posto alla massimizzazione del profitto e all’accumulazione finanziaria. Questo processo è il risultato, in Italia come in altri paesi, di una lunga stagione di riforme neoliberali che, se da un lato non sono state capaci di porre rimedio ai tradizionali mali del nostro capitalismo, dall’altro hanno spazzato via le politiche redistributive per fare spazio a logiche di mercato.

Così, la proprietà e il controllo finanziario continuano ad essere saldamente in mano a un numero limitato di individui e famiglie (nelle società quotate l’azionista principale possiede in media il 45% delle quote, mentre i piccoli investitori hanno un ruolo marginale), mentre nei settori di base lo scenario si fa sempre più critico. Nel trasporto ferroviario la società FS si è trasformata in breve tempo in un’impresa estremamente redditizia dal punto di vista finanziario (con un risultato netto passato da -2.115 milioni di euro nel 2006 a +303 milioni di euro nel 2014), ma che ha ridotto notevolmente il volume del servizio di trasporto (calo del 20% del numero di passeggeri per chilometri percorsi tra il 2006 e il 2012) e ha disinvestito nelle linee regionali, venendo così meno alla sua funzione di servizio pubblico. Nella gestione dei rifiuti urbani, la costante crescita del profitto delle imprese di igiene ambientale (valore di produzione più che duplicato tra il 2003 e il 2012, da 3.485 a 8.217 milioni di euro; risultato operativo da 136 a 366 milioni) si fonda sul lavoro attivo dei cittadini che raccolgono e differenziano i rifiuti ma che troppo spesso non beneficiano dei risultati economici del contributo fornito. Nella distribuzione dell’acqua la privatizzazione degli enti di gestione – anche attraverso la creazione di società multi-utilities a compartecipazione privata – e la definizione del sistema tariffario hanno gettato le basi per l’estrazione del valore dal settore idrico, un processo a cui l’esito referendario del 2011 ha solo in parte posto un argine.

Sono solo alcuni degli ambiti che verranno approfonditi nel corso dell’incontro dedicato al rapporto tra economia fondamentale, cittadini e politiche che si terrà martedì prossimo, 20 settembre 2016, a partire dalle 14.30 presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, aula I-1, vico Monte di Pietà 1.

All’incontro, coordinato da Enrica Amaturo e Mirella Giannini, parteciperanno tra gli altri Fabrizio Barca, economista ed ex ministro, e Karel Williams, Università di Manchester, coordinatore della rete transnazionale di ricerca sull’economia fondamentale.

Nel corso dell’incontro verranno presentate due pubblicazioni che restituiscono i risultati del lavoro condotto dal gruppo di ricerca italiano: Il capitale quotidiano. Un manifesto per l’economia fondamentale. A cura di Filippo Barbera, Joselle Dagnes Angelo Salento, Ferdinando Spina, Donzelli, Roma, 2016; Declino e reinvenzione del lavoro nell’economia fondamentale, Sociologia Del Lavoro (n. 2/2016) a cura di F. Barbera, J. Dagnes, A. Salento.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare:

Joselle Dagnes, [email protected], tel. 348 0329685

Dario Minervini, [email protected], tel. 348 4723106

 

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