Riutilizzo dei beni Confiscati, centro antiviolenza negli appartamenti del boss Lappone

 

San Giorgio a Cremano – I beni confiscati al boss Lappone destinati ad un centro antiviolenza. E’ quanto proposto dall’amministrazione, guidata dal sindaco Giorgio Zinno, attraverso un progetto di circa 300mila euro.

La Giunta ha stabilito infatti di riutilizzare due appartamenti situati in via Cappiello,  confiscati ad un esponente della camorra locale, a sede del nuovo centro antiviolenza rivolto alle donne maltrattate ed abusate che risiedono sul territorio. La proposta è stata già trasmessa al Ministero dell’Interno e alla Regione Campania, a cui è stato chiesto il finanziamento. I due appartamenti saranno ristrutturati e saranno acquistati mobili ed apparecchiature per l’avvio di un centro dove le donne potranno trovare assistenza ed aiuto psicologico. Un progetto di alto livello sociale che, sebbene subordinato all’approvazione e al finanziamento da parte della  Regione Campania, sarà comunque portato a termine dall’Amministrazione Comunale, attraverso l’apertura di uno “sportello antiviolenza” .

Sono due quindi le iniziative a favore delle donne vittime di soprusi, elaborati d’accordo con l’assessorato alle Politiche Sociali, guidato da Manuela Chianese. Progetti che camminano di pari passo ma sono indipendenti, entrambi pensati per offrire sul territorio più di uno strumento a sostegno delle cittadine in difficoltà.

Rispetto allo sportello antiviolenza infatti, che verrà realizzato in maniera totalmente gratuita, all’appello dell’Amministrazione hanno già risposto quattro importanti enti del terzo settore che hanno presentato importanti progettualità, presto sottoposte a valutazione, in modo da aprire  la sede nei tempi più rapidi possibile.

“Manteniamo una promessa che avevamo fatto già lo scorso novembre – spiega il sindaco Giorgio Zinno – quando era stata annunciata l’apertura di uno sportello antiviolenza su entrambi i comuni dell’Ambito 28, ovvero San Giorgio a Cremano e San Sebastiano al Vesuvio. Ma vogliamo fare di più – continua il Primo Cittadino –  nell’ambito del riutilizzo dei beni confiscati abbiamo pensato di realizzare anche un centro antiviolenza, a dimostrazione dell’impegno permanente che questa città intende prendere per aiutare le donne, troppo spesso vittime di abusi e dare così voce a chi non ne ha”.

“Purtroppo le donne che chiedono aiuto sono in numero crescente – conclude Manuela Chianese – e da donna anche io non posso che prendere atto  che le azioni messe in campo per contrastare il fenomeno non sono mai abbastanza. Per questo devono essere rafforzate attraverso la prevenzione che può avvenire solo mediante il potenziamento degli sportelli antiviolenza”

Sia per il centro antiviolenza, sia per lo sportello le persone che vi si rivolgeranno potranno avvalersi della competenza di psicologi, esperti e professionisti in vari ambiti, tra cui quello legale. Sono previsti anche corsi di formazione volti a dotare le utenti di strumenti concreti per orientarsi; attività di sensibilizzazione e di volontariato sul tema della violenza di genere e la creazione di gruppi di self-help.

 

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