Rethinking Nature al Madre, arte e ecologia per 50 opere da 22 paesi,

Una mostra, una piattaforma multidisciplinare ma anche un manifesto di ‘ecologia politica’ attraverso la ricerca artistica, intesa come la necessità di costruire un nuovo rapporto tra gli esseri umani e l’ecosistema.
E’ ‘Rethinking Nature’ al Madre, a cura di Kathryn Weir, direttrice del museo d’arte contemporanea della Regione Campania, curatrice associata Ilaria Conti. Venti le nuove produzioni presentate, più di 50 opere di oltre 40 artisti e collettivi da 22 Paesi. Sull’intero terzo piano si incontrano le opere dell’argentina Adriana Bustos, sculture di Giorgio Andreotta Calò, l’ esperimento artistico di Gianfranco Baruchello. Una nuova generazione di artisti infatti sviluppa progetti di agricoltura comunitaria su piccola scala, dalla Spagna alla foresta amazzonica.
Di spiritualità parla l’ opera video Karikpo Pipeline di Zina Saro-Wiwa, l serie di monotipi Defend Sacred Mountains di Edgar Heap of Birds raccoglie la toponomastica delle popolazioni del Nord America legata al rituale. La grande installazione dei filippini Alfredo e Isabel Aquilizan, centinaia di case e piante di cartone riciclato, è sviluppata in collaborazione con giovani napoletani. La cascata di abitazioni e giardini che attraversa i piani del museo, sospesa a una barca capovolta, fa riferimento a Napoli porto mediterraneo e alle future forme di vita sull’acqua che scaturiranno dall’innalzamento dei mari. Coinvolti il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (con Pan e Ermafrodito da Pompei), l’Accademia di Belle Arti e l’Orto Botanico. ”Una mostra necessaria in un momento storico come quello che viviamo – dice Angela Tecce, presidente della Fondazione Donnaregina – Non va mai dimenticato che l’arte contemporanea ha un ruolo primario non solo per la rilettura dell’attualità e dei meccanismi che ci circondano, ma anche perché contribuisce ad aprire nuovi spazi di dibattito e confronto,”. Per Weir ”Rethinking Nature rivela come l’arte contemporanea stia contribuendo ad una serie di processi culturali e politici in grado di ripensare collettivamente i fondamenti etici dell’esistenza nel mondo, facendo luce sulle forme di interconnessione che legano il pianeta”.

 

 

 

 

 

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