Portici – Il consiglio comunale “approva” l’atto sul locale chiuso per Camorra e mai più riaperto. “Un atto complesso ma di fiducia contro la Criminalità organizzata”

Un nuovo tassello per la riapertura del locale chiuso per Camorra nel 2009 e mai più riaperto. Il consiglio comunale odierno, pochi minuti fa, con 17 voti favorevoli e 6 contrari, ha approvato la richiesta di conciliazione tra Comune di Portici e Ciro a Mare srl per l’alienazione della struttura sita all’interno del molo borbonico del Granatello, incendiata dalla criminalità organizzata il 4 gennaio di otto anni fa, per questioni legate al racket e all’usura, e da allora mai più riaperta.

Lo aveva annunciato il primo cittadino Enzo Cuomo, in esclusiva, sul nostro quotidiano online all’indomani della sua proclamazione a sindaco: la riapertura del ristorante della famiglia Rossi sarebbe stata una delle prime azioni promosse dalla nuova amministrazione nei primi 100 giorni di governo, forse anche in risposta alle polemiche avanzate da Padre Giorgio Pisano durante la scorsa campagna elettorale: quando il “prete anticamorra”, impegnato da anni nel contrasto alla lotta all’usura e al racket locale, denunciò la presenza di pressioni ai dirigenti da parte di un imprecisato candidato dietro alla mancata riapertura dell’esercizio commerciale.

Oggi il consiglio comunale ha votato a favore per la richiesta di conciliazione che dovrebbe risolvere la causa per “usucapione” e cedere cosi struttura e suolo del ristorante per 450 mila euro (cifra stabilita da un perito) alla Ciro a Mare srl. Esclusa, invece, non senza polemiche, dalla conciliazione la questione tributaria per i canoni insoluti antecedenti al 2009, su cui vi è ancora una causa tra Comune e proprietari: al vaglio delle commissioni tributarie.

Maggioranza e opposizione divise sull’atto. Scontro per lo più politico: i cuomiani hanno sottolineato l’importanza dell’intervento per fini sociali, culturali ed economici. “Oggi si vota – ha detto Iacone, illustrando la delibera di Giunta a sua firma – un atto complesso ma scritto in materia chiara che va in direzione di lotta alla Camorra. Un atto che, in un periodo di predissesto, non votarlo potrebbe comportare un rischio di danno erariale.” “Ci sono due aspetti fondamentali di questa delibera che vanno approfonditi: – ha detto il consigliere di Campania Libera, Bruno Provitera – uno amministrativo ed economico che riguarda la vendita del bene ed un altro socioculturale che interessa la lotta alla Camorra. Ho esaminato tutti gli atti della proposta da presidente della commissione Bilancio. La proposta ha un forte significato politico in tema di Legalità: il tema prioritario delle amministrazione cuomiane susseguitesi nel tempo. Segnale, soprattutto, di lealtà amministrativa”.

Le minoranze, seppur favorevoli alla riapertura del ristorante, si sono schierate, invece, contro la decisione di alienare il bene, dichiarando di aver preferito una nuova concessione di suolo e struttura: “L’attacco della Camorra a Ciro a Mare rappresenta un segnale di guerra anche allo Stato. – ha detto Alessandro Caramiello dei 5 Stelle – Sarei pronto a votare l’atto qualora dovesse prevedere la concessione di suolo e struttura per trent’anni. E spero anche che venga fatta chiarezza sulle denunce di Padre Giorgio”. “Ero entrato in aula convinto di votare a favore dell’atto – ha dichiarato Franco Santomartino dei Verdi -ma gli interventi dei colleghi di opposizione mi hanno aperto gli occhi su una richiesta di conciliazione che secondo me non è stata neppure letta dai consiglieri che hanno scomodato Falcone e Borsellino”. “Questo atto temo in realtà rappresenti un pacco: un ostacolo alla riapertura immediata di Ciro a Mare per una medaglietta di Legalità da appuntarsi sulla giacca. – ha detto Mauro Mazzone di Articolo Uno – Se la famiglia Rossi nel 2010 si dichiarava favorevole alla proposta di una concessione, perchè ora si decide di vendere quel bene?! Qual è la verità?!”

Non hanno preso parte alla votazione, invece, il consigliere Luigi Scognamiglio (Portici Libera-Per Cuomo Sindaco), per una legame di parentela con la famiglia Rossi, e il consigliere Enzo Ruffino (Pd), apparso ancora molto critico con Giunta e maggioranza. Il rappresentante del Partito democratico ha ripercorso l’intera vicenda sottolineando anche l’abuso edilizio realizzato dai proprietari di Ciro a Mare: “Le amministrazioni comunali dovrebbero perseguire la Legalità e denunciare il racket… ma anche gli abusi edilizi, le imprese che non rispettano gli appalti, le concessioni edilizie illegittime e rispettare il ruolo di controllo del consiglio comunale. L’amministrazione comunale deve insomma contrastare tutte le illegalità. Paradossale che l’attività morosa dei titolari di Ciro a Mare, per canoni dal 2001 al 2009, non sia stata considerata. All’incirca 400 mila euro. I fatti, credo, vadano affrontati a 360gradi. Non si doveva prevedere solo l’alienazione del bene ma andava anche risolta la questione relativa ai tributi”.

Anche il sindaco Cuomo è intervenuto sull’ordine del giorno del consiglio: “Devo ringraziare la mia maggioranza per questo atto di fiducia. Un atto complesso nonostante sia stato già inserito nel nostro programma elettorale. Noto con piacere che i tentativi da parte dell’opposizione di strumentalizzazione e di terrorismo psicologico fortunatamente non sono andati a buon fine. Come si fa a riprendere l’ipotesi concessoria quando lo stesso avvocato della Ciro a mare srl era presente alla nostra conferenza stampa e ha letto il contenuto della delibera?! Ho invitato il prete ufficialmente sul comune per fare chiarezza sulla vicenda. Non si è mai presentato. Mi rendo conto che stare all’opposizione significa andare contro. Ma perlomeno vorrei che le argomentazioni fossero serie”.

Al termine della discussione l’assise ha di fatto approvato la richiesta di conciliazione. Un nuovo tassello per la riapertura della struttura incendiata dalla Camorra e mai piu riaperta.

SEGUIRANNO NELLE PROSSIME ORE ULTERIORI AGGIORNAMENTI SU QUANTO AVVENUTO OGGI IN CONSIGLIO

Dario Striano

 

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