Portici. Confermata la condanna per uno dei figli del Califfo
Altra tegola per il clan Vollaro, cartello criminale egemone nei territori di Portici e San Sebastiano: la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a nove anni di carcere per uno dei figli di Luigi ‘o Califfo, Raffale Vollaro.
Ritenuto infondato, dunque, il ricorso presentato dal figlio del boss Luigi Vollaro (attualmente detenuto in regime di carcere duro, al 416 bis), tra i primi ad opporsi alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, alla decisione della Corte d’Appello dello scorso 3 Giugno 2014.
Secondo l’accusa il rampollo della storica famiglia camorristica avrebbe realizzato un giro di usura e racket attraverso tassi stellari di interesse e pesanti intimidazioni. Da qui la condanna a nove anni e il risarcimento delle spese legali per le vittime di prestiti ed estorsioni, per il Comune di Portici e per l’associazione antiracket locale.
Il tutto a poche settimane di distanza dall’arresto di Pietro Vollaro, un altro dei figli del califfo, al termine di un’operazione congiunta messa in piedi da polizia e carabinieri locali. Il 52enne , già sottoposto alla libertà vigilata con obbligo di firma, è anch’egli ritenuto responsabile di tentata estorsione con l’aggravante delle finalità mafiose.
Le forze dell’ordine sono riuscite a documentare diversi tentativi di estorsione compiuti tra maggio e luglio 2015, messe in atto da Vollaro ai danni di quattro cantieri edili della città. Per non destare sospetti, il reggente del ”clan accattone“, definito così dagli inquirenti proprio per la sua propensione al business illecito del racket che non risparmierebbe neppure i venditori ambulanti, si sarebbe mosso in bicicletta per spostarsi più volte presso i cantieri, presentandosi come «emissario degli amici di Portici», intimando di «mettersi a posto» e chiedendo un regalo.
Il resoconto stilato dalla Direzione Investigativa Antimafia, pubblicato a Settembre 2015, con cui veniva ribadita la volontà da parte del cartello criminale di rimettere in piedi il giro del “pizzo” in città, e le denunce di alcuni protagonisti dell’antimafia locale avevano tenuto alta l’attenzione nel Comune della Reggia. Da qui l’azione congiunta di Carabinieri e Polizia di Portici che è riuscita a mattere sottoscacco uno degli elementi di spicco della criminalità vesuviana.
DArio Striano
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