Pomigliano: Adesso tutti al Lavoro. FIOM Cgil in aula consiliare per discutere sul futuro.

Pomigliano. L’aula consiliare quasi piena; tanti comunque gli intervenuti, operai,sindacalisti, politici, intervenuti per l’incontro che ha un titolo emblematico “adesso tutti al lavoro”. La scelta di Pomigliano D’Arco per questo tipo di cose non è mai casuale, perchè per il movimento operaio e quindi per molte sigle sindacali, il comune vesuviano rappresenta il punto di partenza per le nuove strategie da adottare in funzione dei diritti dei lavoratori.

Tra gli intervenuti vi era Francesca Re David, segretario generale Fiom-Cgil che afferma “vogliamo rimettere al centro del dibattito politico la questione della Fiat, per la mancanza totale di politiche industriali di questo paese. Marchionne aveva promesso che nel 2018 non si sarebbe più fatto un solo giorno di cassa integrazione, e invece c’è ancora dappertutto, con gli ammortizzatori sociali finiscono alla fine del 2018 e come se non bastasse si continua a fabbricare solo Panda. Per questo abbiamo invitato i rappresentanti del mondo politico”. Difatti sono numerosi i politici intervenuti: dal consigliere d’opposizione De Falco ed il senatore Sergio Puglia del Movimento 5 stelle, l’assessore alle politiche sociali Mattia De Cicco.

Il discorso verte inevitabilmente su quello che è il motivo scatenante della preoccupazione degli operai: ad oggi, il futuro di Pomigliano come polo industriale sembra oscuro, con la produzione del modello Panda, destinata a finire a breve e con nessuna soluzione concreta per la continuità industriale nell’area. L’interesse nel preservare la realtà industriale sembra essere bipartizan, e lo dimostra l’assessore De Cicco: “dobbiamo dare a Pomigliano quello che merita. Pomigliano è un’eccellenza e come tale va rispettata”. Dopo una breve introduzione istituzionale, largo spazio è stato dato ai numerosi interventi, delle sigle sindacali e della società civile, come Don Peppino Gambardella, parroco pomiglianese che ha ideato una iniziativa solidale che consiste nel donare un euro agli operai in difficoltà economica.Intervengono in tanti: Francesca Picci dell’Unione degli Studenti, Mimmo Migliano s.i. Cobas, Walter Schiavella, segretario della camera del lavoro di Napoli.

Emblematico è l’intervento di Francesco Percuoco, responsabile automotive Fiom-Cgil Napoli: “visto che parliamo del più grande stabilimento del Mezzogiorno, non potevamo tenere confinata entro i cancelli della fabbrica la questione. Il problema è la mancanza di prospettive occupazionali dello stabilimento”. Ad oggi infatti manca ancora un piano industriale per Pomigliano e anche altre sigle sindacali sono perplesse riguardo all’accordo firmato con Marchionne che prevedeva che dal 2014-2018 dovevano essere prodotti quattro nuovi modelli, ma al momento solo due sono stati prodotti, ed entrambi a Cassino. Lo stabilimento funziona praticamente a metà: lavora una sola linea di montaggio delle due disponibili e pertanto “la battaglia non è stabilire quale deve essere il modello che si dovrà produrre a Pomigliano, ma piuttosto dobbiamo lottare per garantire la piena occupazione” ribadisce Percuoco.

Domenico Modola

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