Pd in rivolta: 5 consiglieri regionali disertano la direzione provinciale e firmano la “guerra fredda”

Un documento che segna l’inizio della guerra fredda, prima dello scontro finale dentro il Pd, dopo la deludente performance elettorale. «La convocazione della direzione metropolitana, ovvero di un organismo dirigente non rappresentativo dell’insieme del partito, rischia d’essere l’ennesimo approccio superficiale ed arrogante che a Roma, come in Campania e a Napoli, ha già fatto disastri». Lo scrivono in una nota cinque consiglieri regionali del Pd in Campania che appartengono all’area ex Ds e annunciano che non parteciperanno alla direzione del Pd di Napoli convocata dal segretario Massimo Costa per domani pomeriggio a Napoli per discutere del flop elettorale del Pd. Il documento è firmato da Enza Amato, Antonella Ciaramella, Gianluca Daniele, Bruna Fiola e Antonio Marciano. «L’esito delle elezioni – si legge – ci consegna una responsabilità enorme. In discussione ci sono il destino della sinistra italiana e, dunque, l’esistenza stessa del Pd. Non guardare in faccia questo scenario e, soprattutto, pensare di percorrere la strada fin qui battuta, ci porta semplicemente fuori dalla realtà. Di fronte al risultato elettorale siamo tutti in discussione. La stagione politica che si apre con la convocazione del congresso nazionale deve servire a resettare tutto, a Roma in Campania e a Napoli. Se qualcuno pensa di salvare ancora se stesso sbaglia». I cinque propongono di promuovere «assemblee aperte in ogni quartiere, in ogni città. Coinvolgiamo i nostri iscritti, quelli che ci hanno dato la loro fiducia. Abbiamo bisogno di riflettere molto, moltissimo, senza reticenze, ma per questa riflessione non siamo autosufficienti. Servono accanto a noi altre voci, altre teste: il mondo della cultura, del lavoro, dell’impresa, dell’associazionismo. Ripartiamo, insieme, ma cambiamo registro. Rileggiamo noi stessi e soprattutto cambiamo le categorie interpretative di una società che è profondamente cambiata».

 

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