Parla Ciro Perdono, l’imprenditore che a Volla ha avuto la concessione per due fabbricati e donerà una piazza alla città

Volla – A vederlo e a sentirlo parlare della sua città è davvero difficile non credergli, eppure dopo centinaia di metri cubi costruiti, l’ultimo progetto in ordine di tempo, quello che “donerebbe” una piazza a Volla che una piazza non ce l’ha mai avuta, sembra essere quello più osteggiato. Ciro Perdono è il patron dell’impero. “La prima partita iva a diciotto anni, da solo – ci dice con gi occhi lucidi dall’emozione di chi ci crede ancora, perchè arrivati a una certa età in cui puoi quasi permetterti tutto, se ce l’hai è l’emozione che ti muove – e poi la scalata. Ho costruito tante di quelle case in quarant’anni di carriera che vedermi legato a una speculazione edilizia mi amareggia. Ho costruito le case più belle in tutto l’hinterland e pensi mi spaventi il giudizio della gente? Assolutamente no. Però è arrivato il momento di dire la verita. Lei la scrive la verità?”. La dica. “Ho comprato due pezzi di terra e più di dieci mesi fa ho presentato regolare progetto edilizio che mi fu accordato. Di mestiere faccio questo: costruisco principalmente case. Questi pezzi di terra sono vicini a un suolo comunale e dall’amministrazione mi è stato proposto di ripensare eventualmente il progetto originario nella misura in cui potesse contemplare su quell’area un’opera per il bene della collettività. Sia chiaro, io faccio business, ma qui è stato diverso. Da solo, per un pezzo di terra e la possibilità di costruire in sostanza già regolarmente accordatami, mi impegno a costruire una piazza e a donarla alla città. Lo faccio perchè a questa città devo tanto, posso permettermelo e soprattutto perchè arrivati a una certa età la vita non la guardi solo con gli occhi del successo e del denaro. Vuoi anche poter lasciare qualcosa alla collettività, non solo alla tua famiglia”. Signor Perdono, in città la accusano di voler, una volta avuto tutte le licenze e costruito i fabbricati, cambiarne la destinazione d’uso e farne appartamenti. E’ vero? “No. Ma le pare. Io farei tutto questo per costruire altri due palazzi residenziali? Per piacere. Sa quanti ne ho costruito? Mi creda, tanti. In questo progetto ci credo. Avrei potuto non farlo, avrei potuto limitarmi a costruire nei miei possedimenti e basta. Qualora il comune avesse voluto espropiare le mie terre per farne una piazza, avrebbe dovuto pagarmi anche per non aver realizzato un progetto approvato e si sarebbe trovato senza soldi per costruire un bel niente. Con questa operazione a Volla resta un’area attrezzata, una piaza e una struttura eccezionale che si presta a diversi titpi di attività, sempre nell’interesse collettivo e non appartamenti. Le persone che han messo in giro queste bugie sono gli stessi che speculano ovunque, predicano bene e razzolano male”. L’intervista finisce, il signor Perdono è raggiunto dai figli che composti attendono l’esito delle votazioni finale. Nove votano sì, otto no. I Perdono della crisi in casa Viscovo non si interessano. Il signor Ciro si allontana in silenzio. Solo Paolo, il figlio piccolo esulta sempre con pacatezza. Il viso è fiero. Loro fanno impresa, questa era quasi diventata una partita personale. “Io vado avanti per la mia strada – aveva detto don Ciro prima di chiedermi di scrivere la verità – e questo è un progetto per la mia città”.

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