No al lockdown senza aiuti”, i sindaci del Vesuviano in prima linea scrivono a De Luca e a Conte. Ma non ricevono risposta alcuna

Sindaci in prima linea per gli aiuti del Governo alle zone devastate dal Coronavirus e dalle conseguenze socio-economiche che ne stanno derivando. “No al lockdown senza aiuti”. Dopo l’annuncio di un’imminente possibile chiusura totale da parte del governatore della Campania Vincenzo De Luca i sindaci di Cercola, San Giorgio a Cremano, Pollena Trocchia, Ercolano, Portici, Volla, San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Somma Vesuviana, Torre del Greco e Sant’Anastasia hanno deciso di muoversi. E hanno scritto un appello diretto al presidente della Regione Vincenzo De Luca e al premier Giuseppe Conte. Questo il testo integrale:

“Onorevoli Presidenti, capiamo fino in fondo le motivazioni che hanno spinto tutti gli organi competenti alle decisioni che hanno portato l’Italia e la Campania, alla situazione odierna.

Esprimiamo gratitudine per il duro lavoro svolto, incuranti di stanchezze, orari e vite private. Gratitudine per i pericoli ai quali ogni giorno, e contro ogni interesse personale, tutti siete esposti, dal punto di vista della tutela e della salute: siete stati tutti un esempio validissimo di abnegazione e tenacia. Non neghiamo anche noi una certa stanchezza, dettata soprattutto dalla difficoltà gestionale delle numerose ordinanze che si susseguono velocissime da un lato e dai nostri cittadini che, disorientati, sono allo sbando totale dall’altro. Facciamo ogni giorno i conti con le pochissime forze che abbiamo a disposizione, risorse economiche esigue e ancora di più quelle umane, costrette, per la propria ed altrui sicurezza, a limitazioni enormi. Andiamo avanti, come meglio possiamo, tuttavia, siamo costretti a chiedere misure urgenti per il sostengo alle nostre attività produttive e in modo particolare per il mondo del commercio e della ristorazione, già messo duramente alla prova con il precedente lockdown.Non parliamo di numeri, ma di persone, di interi nuclei familiari costretti a scegliere se morire di Covid o di stenti, di polmonite virale o di fame. Siamo oltre la soglia del sacrificio, oltre la soglia del proverbiale pizzico sulla pancia: siamo all’emergenza. Signori Presidenti, siamo al collasso”. Dalla Regione Campania e dal Governo Centrale, però non è arrivata nessuna risposta

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