Napoli, la Procura chiede processo per Barbara d’Urso: “Diffamato ragazzo di San Giorgioa Cremano per la storia del prete gay e dei gigolò”

San Giorgio a Cremano – La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per Barbara d’Urso e cinque persone che avevano realizzato un servizio di Luca Morini, “don Euro”, andato in onda nel 2017. Nelle immagini veniva mostrato senza censure e definito gigolò e omosessuale un ragazzo di San Giorgio a Cremano, la cui vita privata è stata devastata dopo quella puntata. La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per diffamazione per Barbara d’Urso e per altre cinque persone che erano state impegnate nella realizzazione di una puntata di “Pomeriggio 5”, trasmessa su Mediaset il 25 ottobre 2017, nei confronti di un ragazzo di San Giorgio a Cremano. Il servizio al centro del procedimento è quello che riguardava l’ex sacerdote Luca Morini, dal titolo “Inchiesta shock su don Euro: soldi e amanti ai danni della Curia”. Per realizzare quel contributo la trasmissione si avvalse della testimonianza dell’ex gigolò Francesco Mangiacapra, che aveva raccontato delle sue frequentazioni col sacerdote, che prima di essere ridotto allo stato laicale era stato parroco in provincia di Massa. Come racconta il Corriere del Mezzogiorno, durante quel servizio vennero però mandate in onda delle immagini in cui il sacerdote compariva accanto a N. B., un ragazzo di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, che non era stato contattato per la realizzazione e non aveva fornito nessun consenso. Nel video fu mostrato senza nessuna copertura sul volto e fu definito gigolò e omosessuale, creandogli gravi danni. Il giovane, infatti, non aveva mai parlato del proprio orientamento sessuale in famiglia, i genitori lo avevano scoperto guardando quel programma. Dopo quella puntata lasciò velocemente San Giorgio a Cremano e cambiare città, perse il lavoro e fu lasciato dal fidanzato con cui aveva un rapporto che durava da tre anni.

Il giovane si era rivolto quindi all’avvocato Giovanna Ziello e aveva presentato querela per diffamazione nei confronti dei responsabili della realizzazione e della messa in onda di quel servizio di Pomeriggio 5. Dopo le indagini preliminari, coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal pm Claudio Onorati. Parallelamente per questa vicenda è in corso anche un processo civile, in cui la parte lesa ha chiesto un risarcimento di 500mila euro.

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