Napoli e l’hinterland criminale diviso in due: da una parte l’Alleanza di Secondigliano, dall’altra i Mazzarella. E’ quanto emerge dal convegno organizzato dal Lirmac alla Federico II

Ecco Napoli divisa in due: in arancione l’Alleanza di Secondigliano, in giallo i clan legati alla galassia dei Mazzarella: in mezzo tanti micro clan satelliti dei due grossi cartelli criminali. Si è discusso di questo nell’aula magna storica della Federico II durante l’incontro organizzato dal Lirmac (il laboratorio interdisciplinare su mafie e corruzione diretto da Stefano D’Alfonso) sulle nuove geografie criminali cittadine che influenzano anche tutto l’hinterland, a cui hanno partecipato il capo della procura Gianni Melillo, il sociologo Luciano Brancaccio,  il cardinale di Napoli Mimmo Battaglia. “Il pericolo maggiore – secondo il sindaco  Gaetano Manfredi – è l’assuefazione rispetto a una criminalità organizzata tanto radicata. Il rischio che la città, in tutte le sue categorie produttive o legate al mondo della formazione, si dimostri rassegnata rispetto a piccole e grandi forme di illegalità che – insiste il sindaco – sono la punta più evidente della camorra”. È questo il commento del primo cittadino a margine del convegno in cui viene presentata la mappa della camorra al mondo accademico e alla società civile napoletana. Presenti i vertici della Procura e dei padri investigativi napoletani.

Presente nell’aula magna della Federico II anche l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia. Tocca al procuratore Gianni Melillo mostrare al mondo accademico e al vescovo di Napoli i colori più brutti di Napoli: l’arancione con tinte rosso fuoco che infiammano i quartieri in cui è presente la camorra di Secondigliano; e il giallo che riconduce alla presenza del clan Mazzarella.

E tocca ancora al procuratore battere su un punto su cui è al lavoro da tempo: “È sbagliato – spiega – sottovalutare il fenomeno camorristico e ricondurre tutto alla violenza offensiva di stese e agguati. No – insiste – la camorra è strutturalmente presente in città e nell’area metropolitana, con due cartelli che trasformano la violenza in ricchezza, legittimazione, consenso. Sbagliato – ha aggiunto Melillo – fornire solo la versione frammentata della camorra, che spesso è assente (nella sua complessità) dal dibattito pubblico”. “Una giornata importantissima quella che abbiamo vissuto  nell’ Aula Magna Storica della Federico II in occasione dell’evento “la Camorra e la Città – Napoli e la questione criminale” – il commento del rettore della Federico II Matteo Lorito – L’ università è sempre presente ed è l’antitesi della camorra. Più si fa cultura, più si fa conoscenza e meglio si combatte il malaffare. E’ stato fondamentale parlarne insieme perchè, se le Istituzioni non si muovono compatte, non si riescono a ottenere risultati. Noi lavoriamo sui territori, ma soprattutto sulla cultura e la visione delle persone”.

 

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