Manca la copertura finanziaria della Regione Campania ma il commissario Esposito dà l’ok per la riqualificazione della Periferia porticese. A breve i lavori per le case che ospiteranno i terremotati dell’80.

E’ una storia di Periferia che si interseca con tante storie, di luci ed ombre, di Periferia.
E’ la storia di un disagio urbanistico e sociale lungo ben 37 anni che potrebbe a breve essere risolto da un atto di un discusso commissario prefettizio, avvenuto pochi giorni prima del voto amministrativo dell’11 Giugno scorso.
Manca la copertura finanziaria della Regione Campania ma il commissario Esposito dà l’ok per la riqualificazione della Periferia porticese. A breve i lavori per le case che ospiteranno i terremotati dell’80.
Un atto, atteso e rimandato da 7 anni , caratterizzati da contenziosi amministrativi e fondi bloccati, che permetterebbe la riqualificazione dell’intera periferia porticese nonostante manchi la copertura finanziaria dell’ente regionale; in attesa,dunque, di ridefinire le intese con la Giunta campana.
Con l’avvio dei lavori, previsto a breve, verrebbe bonificata l’area alle spalle delle palazzine popolari di Via Dalbono 6A. Zona periferica che collega la nostra città con la vicina San Giorgio a Cremano, imperversata negli ultimi tempi anche da fenomeni criminali e da una faida in corso tra i clan napoletani e vesuviani, dove durante la recente campagna elettorale sono comparse strane scritte/equazioni sui muri (NOME CANDIDATO: LAVORI = VOTI).
Zona che ospiterebbe i 22 nuclei familiari che, dal Terremoto dell’80, aspettano di trovare una sistemazione definitiva e di abbandonare gli alloggi provvisori (fino al 2014 scatolette di eternit, materiale pericoloso che sarebbe il principale indiziato per l’incremento di patologie tumorali e respiratorie tra i residenti di via Scalea) che per troppi anni li hanno ospitati.
Vi raccontiamo questa storia di Periferia (“di luci ed ombre”) nel servizio di Florinda Valoroso

Che la terra nella Periferia di Portici smetta finalmente di tremare a distanza di ben 37 anni dal terremoto dell’80? E’ quanto si augurano i 22 nuclei familiari destinatari di altrettanti alloggi di edilizia pubblica a seguito del sisma che mise in ginocchio l’Irpinia.

Manca la copertura finanziaria della Regione Campania, ma sembrerebbe davvero tutto pronto per la realizzazione di 2 palazzi di edilizia pubblica destinati ad ospitare le famiglie terremotate; 12 di queste, nel frattempo, costrette a vivere, “provvisoriamente, nei container di Via Scalea: fino a pochi anni fa, vere e proprie scatolette d’amianto, costituite da pareti in legno a doppia fodera e copertura a falde in lastre di eternit.

Il commissario prefettizio Roberto Esposito, con delibera 120 del 5 Giugno, ha dato mandato al dirigente comunale ai lavori pubblici, l’architetto Gaetano Improta, di utilizzare all’incirca 5 milioni di euro per gli interventi che prevedono la realizzazione di due palazzine residenziali a Via Dalbono, la riqualificazione delle case popolari già esistenti, e la creazione di una piazza urbana; in attesa di ridefinire le intese, per altri 3 milioni di euro, con la Regione, per la realizzazione di un parco pubblico e per il restyling dell’asse viario di Via Dalbono: strada di periferia che congiunge la cittadina del Granatello con la vicina San Giorgio a Cremano.

LA VITA NELLA PERIFERIA DI UNA CITTA’ di 4 KM2. Trema da 37 anni la periferia in quel di Portici, comune in provincia di Napoli di 55 mila anime che vanta nei suoi appena 4 chilometri quadrati di estensione, troppe zone dimenticate dalle istituzioni, in preda al degrado e all’abbandono: sociale ed urbanistico.

Con la realizzazione dei 2 comparti di edilizia popolare e il restyling urbanistico e viario dell’intera area verrebbero risolte due delle principali problematiche che investono la parte della città lontana dal mare e dai locali di movida: verrebbe, anzitutto, bonificata l’area alle spalle delle palazzine 6A… e si troverebbe, così, una sistemazione definitiva per le 12 famiglie, costrette a vivere nei container di Via Scalea.

LE SCATOLETTE D’AMIANTO DI VIA SCALEA E DI VIA DALBONO . Allestiti come alloggi provvisori per far fronte all’emergenza sisma, le abitazioni avrebbero dovuto ospitare le famiglie terremotate per un tempo massimo di 5 anni. Il degrado che, da troppi anni, vivono questi dodici nuclei familiari, è ben visibile, sin dal primo momento in cui si osserva il luogo in cui sono costretti a vivere: sui marciapiedi scorrono le condutture dell’acqua potabile; i fili dell’elettricità sbucano ovunque dal terreno, popolato da topi e blatte. Soltanto un intervento, nella Primavera 2014, da parte dell’Amministrazione comunale, diretto dall’allora Assessora ai lavori pubblici Stefania Caiazzo, ha permesso una riverniciata dei container; la potatura dei rami, la rimozione di alberi pericolanti che minavano la salute dei residenti; e la bonifica dell’eternit che rivestiva i tetti delle abitazioni: il principale elemento indiziato per l’incremento di patologie respiratorie e tumorali tra gli abitanti del posto: “Questo posto è la vergogna di Portici, perchè credo questi siano gli unici prefabbricati in Campania rimasti dall’80. – ci dice una residente del posto – Qui si vive che in Estate senza condizionatori non si può respirare. Tutti siamo diventati asmatici: anche mio marito è morto per una bronchite. Siamo 13 famiglie che in un anno e mezzo dovrebbero avere finalmente una casa. Perlomeno è una casa, un edificio. Certamente di notte, non dormiremo per i primi tempi: avendo vissuto in un prefabbricato e avendo vissuto il momento del terremoto, potremmo pensare “sopra di me c’è un’altra persona”. Ci abitueremo. Speriamo non venga più alcun terremoto e speriamo, presto, di avere una casa“.

Le sfortunate famiglie potrebbero presto, dunque, trovare casa proprio alle spalle dei “palazzoni“ fatiscenti e grigi di via Dalbono: “un mare d’acqua sporca” dove, ancora oggi, sorgono 12 casette post-sisma ridotte ad esoscheletri di cemento. Ricettacolo di siringhe, macchine distrutte e abbandonate e di rifiuti di ogni genere. Causa principale, anche qui, della presenza di topi e blatte che tanto fanno infuriare gli abitanti del luogo, nonostante un tentativo di bonifica, nel 2015, condotto dall’Assessorato all’Ambiente, guidato dall’avvocato Annarita Formicola, volto perlopiù a mettere in sicurezza e a rimuovere il sempre presente e pericoloso amianto (segnalato più volte dall’attivissimo ex consigliere comunale Francesco Portoghese): “Qui si potrebbe vivere bene perchè le persone che abitano nelle palazzine di Via Dalbono sono, per la maggior parte persone per bene. – ci dice Mario, residente del posto –  Purtroppo viviamo in un degrado che è chiaro e visibile a tutti per un po’ di anni. Qui è diventato un covo per tossicodipendenti e barboni. Ci hanno promesso di iniziare i lavori a breve e porre fine a questo degrado, rimuovendo le casette“.

UN PROGETTO DI 8 MILIONI “MALEDETTO”. 7 ANNI DI ATTESE, TRA CONTENZIOSI E FONDI BLOCCATI. Con contratto 6800 del 21/3/2016 è stato, dunque, affidato all’impresa Pa.Co spa l’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione delle opere di riqualificazione e completamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie con realizzazione di parco urbano e di una piazza urbana nel comparto via Dalbono; l’esecuzione delle opere di realizzazione di due fabbricati di Edilizia Residenziale Pubblica per 22 alloggi, quale edilizia sostitutiva nel comparto Via Dalbono.

Un affidamento derivato da una procedura di gara iniziata addirittura il 21/02/2012 che, dopo numerosi contenziosi in sede amministrativa (TAR e Consiglio di Stato), si è concluso a Novembre 2015.

L’appalto riguarda la riqualificazione dell’ambito di Via Dalbono, periferia di Portici, ove tra gli anni 80 e 90 sono stati realizzati fabbricati di edilizia residenziale pubblica ex Legge 219/81- interventi post-sisma.

Il progetto, dal costo complessivo di 8 milioni 832 mila 822 euro, di cui, 5 milioni 880 mila 776 euro di compartecipazione comunale, e 2 milioni 952 mila euro provenienti dalla Regione Campania, prevede la realizzazione di un Parco urbano (all’incirca 3 milioni di euro: 2 milioni 206 mila 663 euro con fondi ex 219/81 come da delibera di consiglio comunale +  849 mila 345 euro con fondi regionali per quota parte, come da delibera di Giunta Regionale 8507/95) ed una piazza pubblica (poco più di un milione di euro: 558 mila 820 euro con fondi ex 219/81 come da delibera di consiglio comunale + 470 mila euro con fondi regionali per quota parte, come da delibera di Giunta Regionale 8507/95); la riqualificazione dell’intero asse viario della strada a confine con San Giorgio a Cremano e la creazione di un collegamento con Via Zumbini (834 mila 684 euro con fondi ex 219/81 come da delibera di consiglio comunale 86/2005); la riqualificazione dei comparti esistenti di edilizia pubblica (all’incirca 1 milione 100 mila euro: 828 mila 218 euro con fondi ex 219/81 come da delibera di consiglio comunale 86/2005 +  326 mila euro con fondi regionali per quota parte, come da delibera di Giunta Regionale 4856/2001); e, infine, la creazione di due palazzine per 22 alloggi (1 milione 306 mila 635 euro di cofinanziamento regionale), destinati ad accogliere i terremotati dell’80.

Tali interventi rientrano nell’Accordo di Programma sottoscritto nel lontano Marzo 2010, la cui durata era stata fissata in cinque anni. La presenza di un contenzioso, risolto, durante l’Amministrazione Marrone, soltanto nel 2016, da una sentenza del Consiglio di Stato, a seguito di una gara d’appalto bloccata nel 2011, durante il secondo mandato dell’ex e attuale sindaco Enzo Cuomo, per un ribasso d’asta troppo elevato, ha impedito il restyling della periferia porticese. Il trascorrere del tempo ha aggravato così la situazione di disagio degli occupanti, costretti ad abbandonare gli alloggi provvisori: le 12 casette post-sisma sorte alle spalle delle palazzine grigi e fatiscenti di Via Dalbono 6A, oggi ridotte a ruderi, stanze del buco e discariche abusive.

Nello scorso Marzo 2017, dopo l’approvazione, avvenuta nel Luglio 2016, da parte della S.I.C.I.V srl di Brescia, del progetto esecutivo realizzato dalla Pa.Co spa, il commissario straordinario Roberto Esposito, con delibera 57, ha confermato la volontà dell’Amministrazione Comunale di dare attuazione dell’Accordo di Programma del 2010, ma la Regione Campania ha comunicato al Comune di Portici l’impossibilità di concedere una proroga dei termini previsti, e la necessità di confermare con opportuna delibera di Giunta Regionale le finalità del programma e la relativa tempistica.

Tempi troppo lunghi per aspettare, insomma, il cofinanziamento regionale, e non compatibili con gli impegni assunti con il contratto Rep. 6800 del 21 marzo 2016, che hanno spinto il viceprefetto Esposito, insediatosi l’Estate scorsa a seguito dello scioglimento del consiglio comunale diretto dall’ex sindaco-magistrato Nicola Marrone, a dare mandato al dirigente del Settore Lavori Pubblici di realizzare in parte il progetto, in attesa delle intese da ridefinire con la Regione Campania: e, quindi, di dare avvio alla costruzione dei due fabbricati di edilizia residenziale per 22 nuclei familiari; di riqualificare i comparti esistenti di edilizia popolare e di creare la la piazza urbana.

Un atto come “forzato”, importante, da parte del commissario prefettizio, redatto pochi giorni prima del voto amministrativo dell’11 giugno, giustificato – come si legge sulla delibera commissariale  – dal “disagio sociale e – aggiungiamo – urbanistico che da troppi anni sono costretti a subire le famiglie dei “terremotati” e a vivere i residenti della zona periferica. La stessa zona in cui, durante la recente campagna elettorale, sono comparse scritte che testimoniano il disagio dell’intera area: Il nome di uno dei candidati sindaco, accompagnato dalla strana equazione “lavori = Voti”, si legge su una delle pareti delle 12 casette di Via Dalbono, ridotte, ormai, a discariche abusive di cemento (in foto).

L’importo dei lavori sarebbe, infatti, di 4 milioni 906 mila 505 euro che troverebbero tranquillamente copertura nei 5 milioni 163 mila 732 euro che l’Amministrazione Porticese ha impegnato per il programma. Che la terra nella periferia di Portici dopo tanto tempo smetta finalmente di tremare?!

Dario Striano

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