L’ex boss della Nco Raffaele Cutolo resta in carcere, l’avvocato Gaetano Aufiero: ‘Arricchirà schiera di gente che muore in prigione’

Raffaele Cutolo resterà nel carcere di Parma, dove è detenuto al 41 bis: l’istanza di sospensione di esecuzione della pena con applicazione della detenzione domiciliare, presentata dal suo avvocato per motivi di salute, è stata rigettata dal magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia. Dura la reazione dell’avvocato Gaetano Aufiero: “Rispetto il provvedimento come sempre, ma Cutolo andrà ad arricchire la folta schiera di gente che muore in carcere. Questo è un dato di fatto». Raffaele Cutolo resta in carcere. Respinta la richiesta di scarcerazione dal Giudice di Sorveglianza di Reggio Emilia, l’avvocato dell’ex boss della NCO, Gaetano Aufiero non si arrende, come spiega a Fanpage.it. «Rispetto, come faccio sempre, i provvedimenti dei magistrati che tuttavia non condivido. I provvedimenti vanno sempre rispettati però. Leggo che anche dalla direzione sanitaria del carcere (dal provvedimento ndr) che Cutolo ha malattie molto serie, pur sottolineando la direzione sanitaria che è perfettamente in grado di curare. Io su questo non sono d’accordo, però ne prendo atto. Attenderemo l’udienza al tribunale di Bologna. Non è retorica, credo nella Costituzione e non condivido il provvedimento. In sostanza il provvedimento dice che Cutolo andrà ad arricchire la folta schiera di gente che muore in carcere. Questo è un dato di fatto».

L’avvocato aveva presentato una istanza di sospensione di esecuzione della pena per motivi di salute, con applicazione provvisoria della detenzione domiciliare, ma il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia l’ha rigettata. Cutolo, 78 anni, è detenuto nel carcere di Parma col regime del 41 bis. L’istanza era stata presentata dal legale Gaetano Aufiero (nella foto a lato)  e si basava proprio sulle condizioni di salute dell’ex boss della camorra napoletana, giudicate oggi molto gravi. Nello scorso febbraio era stato ricoverato in ospedale per una grave polmonite ed era rimasto ricoverato una ventina di giorni. A metà aprile, la richiesta di scarcerazione con sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari. Poi l’inizio di una vicenda soprattutto mediatica, con Matteo Salvini che aveva anticipato la decisione del tribunale che però, sottolinea l’avvocato, pare sia arrivata solo oggi.

«Salvini quando diede questa notizia diede una notizia falsa. Io ho ricevuto una Pec con il rigetto di oggi, nella tarda mattinata. Ho avuto riscontro dall’Ufficio di Sorveglianza che giovedì mi ha detto che non c’era stato nessun provvedimento». Poi l’avvocato aggiunge: «Ho chiamato la moglie e ho dato la notizia che già circolava. Devo dire che la signora non ha fatto nemmeno particolari commenti. Una reazione composta, disillusa. Non è mai stato chiesto nulla e nulla si aspettava».

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