Largo Luisa Conte: Napoli rende omaggio ad una sua figlia illustre

A Napoli ci si potrà dare appuntamento a Largo Luisa Conte, nel quartiere di Chiaia, tra via Dei Mille e via Filangieri. Un lungo applauso ha accompagnato lo svelamento della targa dell’intersezione dedicata all’attrice napoletana scomparsa 26 anni fa. “Con la toponomastica della città stiamo mettendo a posto la memoria di Napoli, dando il giusto valore a donne e uomini che hanno reso importante il nome di Napoli nel mondo – ha detto il sindaco, Luigi de Magistris -. Luisa Conte lo meritava per quello che fin da giovane ha fatto per il teatro napoletano. E’ una giornata importante per la città e la sua cultura”. Tanti i personaggi del mondo dello spettacolo che hanno partecipato con la famiglia di Luisa Conte alla cerimonia tra i quali Leopoldo Mastelloni, Mariano Rigillo, Gino Rivieccio. ”Per noi è un grandissimo onore e una grandissima emozione – ha affermato Lara Sansone, nipote di Luisa Conte – ci sembra giusto che si ricordi un’artista che si è spesa tanto per la città di Napoli che ha tanto amato preferendola a qualsiasi giro nazionale. Le persone venivano da nonna al teatro Sannazaro come in pellegrinaggio. Grazie al sindaco che ci ha dato questa opportunità”. E oggi il Sannazaro ricorda l’attrice attraverso l’esposizione di alcuni suoi costumi di scena e alcuni cimeli e con l’allestimento del suo camerino in palcoscenico così che potrà essere visto da tutti gli spettatori. Inoltre saranno proiettati alcuni video delle sue commedie che proprio nel Sannazaro furono girate per la Rai. ”Non mi sarei mai aspettato di vedere realizzato il sogno di avere per sempre a Napoli Luisa Conte – ha detto Mastelloni – gli artisti sono il perno della cultura di questa città. Se Napoli perdesse la sua cultura perderebbe anche la sua identità”. Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore con delega alla Toponomastica, Alessandra Clemente, che ha sottolineato: ”Attraverso la toponomastica stiamo costruendo un alfabeto civile fatto di nomi importanti che ci danno la narrazione di cosa ha prodotto la nostra cultura”.

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