“L’AFFARE GRANATELLO”. Parla uno dei due giovani imprenditori che ha denunciato due ex assessori e un ex consigliere comunale di Portici: “Controlli, intimidazioni e minacce: volevano 200 mila euro”

timthumb (2)Ha ricostruito l’intera vicenda che ha portato alla denuncia, nel 2009, di due ex assessori e un ex consigliere comunale dell’amministrazione retta dall’attuale Senatore della Repubblica Vincenzo Cuomo, ex sindaco della città di Portici.

Nell’aula penale 117 del Tribunale di Napoli, nella giornata di ieri, ha avuto inizio il processo che vede imputati gli ex Assessori Rosario Frosina e Pietro Iodici, e l’ex consigliere comunale Ciro Nocerino, accusati di concussione per aver -secondo l’accusa – abusato del loro ruolo politico, minacciando una società nella gestione di un locale, sito nel Porto del Granatello. A parlare ieri, in qualità di teste, è stato uno dei due giovani imprenditori che ha denunciato gli ex attori politici del territorio porticese, ricostruendo la sua versione dei fatti su una vicenda che ha avuto inizio pochi mesi prima delle elezioni amministrative del 2009: “Ho conosciuto Rosario Frosina nel 2009, in Primavera, a ridosso della campagna elettorale. Mi fu presentato dal mio socio per dargli una mano in vista delle elezioni comunali. Da quel momento abbiamo avuto qualche sporadico incontro, prima al Comune, e poi durante un sopralluogo ai lavori di Villa Mascolo. La possibilità di una concessione di una piattaforma all’interno del molo del Granatello, però, ci è stata avanzata, soltanto dopo l’organizzazione del concerto di Sal da Vinci, che ho realizzato da promotore, per il Comune di Portici: 1800 paganti in poco meno di 10 giorni. Dato che destò particolare interesse. L’ex Assessore, infatti, mi chiese di sviluppare un progetto per una piattaforma, già adibita a solarium e contigua alla già esistente Sciara. Progetto che, tramite un architetto di fiducia, abbiamo presentato presso lo studio di Frosina e che piacque così tanto all’ex responsabile ai Lavori Pubblici del Comune di Portici, tanto da richiedere un nuovo incontro. Soltanto nel Novembre 2009, ho conosciuto Pietro Iodici e Ciro Nocerino: quest’ultimo cugino di Fabio, titolare dell’Eredi Nocerino, società proprietaria della concessione della piattaforma da adibire a solarium. Al Nocerino piacque così tanto il progetto che, preoccupato che la società del cugino potesse perdere la concessione, ci disse di realizzare il tutto velocemente anche gratitamente: cosa che non trovava però il consenso del Frosina e di Iodici”.

Dopo 2 mesi di trattative – secondo il racconto del teste – a Febbraio 2010, si arriva dunque alla stipulazione del contratto preliminare, relativo al fitto del ramo d’azienda, con un accordo che prevedeva la gestione da Maggio a fine Settembre 2010 della piattaforma per circa 200 mila euro. Da quel momento sarebbero sorti i primi campanelli d’allarme per i due giovani imprenditori con la richiesta da parte dell’ex Assessore Frosina di inserire il figlio nella società che avrebbe dovuto gestire il locale all’interno del molo borbonico, e con il mancato ottenimento, ad Aprile 2010, dei permessi della Soprintendenza: “Durante un incontro fortuito con il falegname che avrebbe dovuto montare la struttura, sono venuto a conoscenza che entro il 1° Maggio non sarebbe mai stato possibile montare la piattaforma, perchè mancavano ancora i permessi della Soprintendenza. Chiesi dunque un nuovo incontro per trovare un nuovo accordo sul prezzo, perchè a quel punto quello di 200 mila risultava per noi davvero insostenibile. Ci accordammo il 15 di Aprile, dopo l’ottenimento dei permessi, per 40 mila euro più l’acquisto degli arredi. Il 31 Maggio, però, arrivarono i primi controlli della Polizia Municipale di Portici che interrompevano i lavori perchè i gazebo erano stati costruiti in difformità rispetto ai pareri della Soprintendenza. Solo dopo aver ripristinato a norma la struttura con tendaggi, da noi pagati, e dopo la riunione della Commissione di Pubblico Spettacolo, riuscimmo a sottoscrivere l’atto notarile che presentava già due incongruenze rispetto agli accordi di Aprile: il prezzo lievitava di ben 20 mila euro, passando dai 40 iniziali a 60 mila euro; e il fitto non prevedeva la gestione dell’intera piattaforma.

La cifra pattuita,- sempre secondo il racconto di uno dei due imprenditori, difeso dall’avvocato Michele Iannone – però, successivamente, nonostante fosse lievitata notevolmente, non sarebbe bastata agli uomini della Giunta Cuomo, Frosina e Iodici. I due, infatti, avrebbero più volte fatto pressione sui due imprenditori, minacciando di usare tutta la loro influenza politica nell’utilizzare gli uffici pubblici comunali per eseguire una serie di controlli al locale. Controlli che sarebbero poi avvenuti durante una “serata di punta” di fine Giugno 2010 tramite la Polizia Municipale di Portici: “Un’altra minaccia ricorrente – ha aggiunto la parte offesa – era quella di non farci ottenere il permesso dell’agenzia delle dogane, col rischio dunque della rimozione dei gazebo, da cui avveniva la somministrazione di bevande e alcolici“. Altri tipi di pressioni sarebbero state fatte imponendo il rilascio di tessere platinum per accedere gratuitamente al locale e indicando determinate ditte e persone nell’affidamento di alcuni lavori e nel rifornimento dei materiali: “Ditte e persone vicine a Rosario Frosina che avrebbero dovuto sostenerlo nella prossima campagna elettorale, perchè l’ex Assessore ambiva a fare il Sindaco – ha continuato il teste -Ex assessore che ogni domenica era presente nel nostro locale e ci impediva di fittare la vasca idromassaggio perchè utilizzata da lui, i suoi amici o da suo figlio.

Il racconto dell’imprenditore è poi continuato fino all’arbitrato di Settembre con cui la sua società perdeva definitivamente la concessione del locale: “Non è stato un anno favorevole: a conti fatti abbiamo lavorato poco, tra giornate di pioggia e ritardi iniziali. Per questo avremmo voluto che ci rinnovassero la gestione del locale per altri due anni. Ma continuavano sempre a minacciarci e a chiederci più soldi; da lì la nostra decisione di registrarli e denunciarli. Altro che guadagni dal lavoro: abbiamo quantificato un danno di circa 230 mila euro (oltre ai 100mila già spesi). Senza contare le minacce e aggressioni, fisiche e verbali, da parte di uno dei fornitori impostici da Rosario Frosina per l’acquisto dei divani. Minacce e aggressioni che ho prontamente denunciato e dimostrato con referti medici“.

Il prossimo 20 Marzo, sempre al Tribunale di Napoli, a parlare sarà l’altro giovane imprenditore rappresentante la parte offesa. Difeso dall’avvocato Giuseppe Ferrara, sarà chiamato anche lui ricostruire la sua versione dei fatti sulla vicenda e a chiarire i suoi rapporti con gli ex esponenti della Giunta comunale accusati di concussione per aver abusato del loro ruolo politico in città.

Dario Striano

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