La “Terra dei Fuochi” vesuviana. Ercolano: una “tre giorni” di eventi per combattere il biocidio nel Parco Nazionale del Vesuvio tra messe, arte e cultura

Preghiera, arte, cultura e sensibilizzazione per combattere la “Terra dei Fuochi” del Vesuviano. Dopo una Messa,  Venerdi 10 febbraio, alle ore 18, presso la chiesa di S. Cuore di Gesù di San Vito (Ercolano), per ricordare tutte le vittime di tumore e leucemie, Sabato 11 febbraio alle ore 18.30 si inaugurerà presso Le Scuderie di Villa Favorita la mostra fotografica “Contraddizioni” a cura dell’associazione Giovani per il Territorio.

L’esposizione, che durerà fino al 16 febbraio, fa parte di “Custodiamo la Madre Terra… per essere uomini e donne di vita”, una tre giorni di eventi in programma dal 10 al 12 febbraio – per sensibilizzare la popolazione sullo sversamento di rifiuti nell’area vesuviana. La manifestazione è organizzata dalla Cooperativa Sepofà, Giovani per il Territorio, l’associazione Salute Ambiente Vesuvio e la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Ercolano.

La mostra sarà visitabile dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 fino a giovedì 16 Febbraio. Subito dopo l’apertura della mostra verrà presentata l’antologia di racconti “Radici Emergenti – Storie di Identità e Territori” (con prefazione di Amalia de Simone, giornalista del Corriere della Sera) a cura della Cooperativa Sepofà.

Perchè una mostra fotografica? Per molti, l’inquinamento della zona vesuviana esce dal perimetro della Terra dei Fuochi. Forse è proprio per questo che i locali hanno ribattezzato la zona “Terra dei Fuochi Vesuviana”. Nonostante la mancanza di un’etichetta degna di nota il Parco Nazionale del Vesuvio è diventato una delle discariche abusive più grandi d’Italia. Terzigno, Boscoreale. I veleni nell’area vesuviana sono seppelliti ovunque ed hanno contaminato le falde acquifere, oltre che condannato a morte – con tumori e leucemie – migliaia di persone.

L’idea di fotografare delle modelle nei pressi di cumuli di rifiuti – racconta Domenico Sannino, presidente di Giovani per il Territorio – nasconde anche una vena goliardica e ha come scopo quello di avvicinare la gioventù (e non) ai temi che spesso è difficile accettare e su cui a volte si preferisce sorvolare. Utilizzando delle modelle si vuole sottolineare la dicotomia tra la bellezza inestimabile dei nostri paesaggi e lo scempio causato dall’uomo che li sta distruggendo a suon di roghi tossici, interramento e sversamento di rifiuti”.

La questione ercolanese è balzata agli occhi dell’opinione pubblica grazie alla denuncia di due sacerdoti: Don Marco Ricci, sacerdote della chiesa di Santa Maria della Consolazione a Ercolano e padre Giorgio Pisano. I due sacerdoti rilevarono un numero elevatissimo di funerali di bambini nelle loro diocesi. Per far luce sulla vicenda, i due padri decisero di rivolgersi all’Ospedale Monaldi. “Si è scoperto che nelle zone della chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, Croce dei Monti, Parco delle Mimose e San Vito c’è un’incidenza di tumori spaventosamente alta. Oltre ai casi accertati, ciò che maggiormente preoccupa è l’incidenza sul territorio“.

Secondo un rapporto redatto dal dottor Gerardo Ciannelladirettore dell’Unità di Medicina Preventiva del Monaldi e medico impegnato con l’associazione Salute Ambiente Vesuvio – “studiando un campione di 324 residenti di San Vito, una frazione di Ercolano, è emerso che in un territorio abitato da circa 6000 persone ci sono 203 persone malate (130 uomini e 73 donne). Le patologie sono leucemie, neoplasie respiratorie, neoplasie digestive, neoplasie urinarie, neoplasie celebrali, neoplasie mammarie”.

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