LA MORTE DEL VOLONTARIO NAPOLETANO – Mario Paciolla forse ucciso per il suo rapporto all’Onu sugli abusi dell’esercito colombiano

Lentamente si sta facendo luce sulla morte di Marco Paciolla il volontario napoletano ammazzato in Colombia. I possibili collegamenti tra la morte del volontario italiano delle Nazioni Unite in Colombia, Mario Paciolla, e la diffusione di un rapporto riservato su presunti abusi dell’esercito nella lotta contro la guerriglia mettono in allarme operatori dei diritti umani e autorita’ locali. Lo riporta “Noticias Caracol” all’indomani della pubblicazione di un lungo articolo, firmato da Claudia Julieta Duque sul quotidiano “El Espectador”, secondo cui Paciolla avrebbe contribuito a redigere il rapporto su un bombardamento sferrato a fine agosto 2019 contro un accampamento di dissidenti delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), costato la vita a diversi minorenni.

La diffusione di notizie riservate del dossier, parte delle accuse che portarono alle dimissioni del ministro della Difesa Guillermo Botero e a frizioni nell’esercito, avrebbe messo in allarme il giovane napoletano, che avrebbe confidato ad amici e parenti di non sentirsi “piu’ sicuro” in Colombia. Per il portoricano Herner Carreno, che a suo tempo aveva avvertito l’Onu del reclutamento forzato di minorenni, la possibile fuga di notizie “non solo mette a rischio la vita dei funzionari che hanno fatto quel lavoro sul campo, ma anche quella dei servitori pubblici che hanno fornito quelle informazioni”. Le autorita’ della regione del Caqueta’, prosegue la testata, insistono con maggior vigore sull’apertura delle indagini tanto sulla morte di Paciolla quanto sulla presunta fuga di notizie. Secondo la giornalista del “Espectador”, il rapporto era stato fatto arrivare sul tavolo del senatore Roy Barreras e finito nel dibattito parlamentare chiuso con le dimissioni di Botero. Barreras da parte sua smentisce la notizia e censura le “maldicenze” su presunte scorrettezze del personale Onu. Fonti delle Nazioni Unite hanno a loro volta smentito che la missione avesse tra i suoi compiti quello di indagare fatti come il bombardamento contro le Farc, ma solo accertare le condizioni del reintegro nella societa’ dei guerriglieri che hanno aderito agli accordi di pace stretti col governo a fine 2016.

 

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