“Il ventre di Napoli 2.0”. Gioco d’azzardo online in collaborazione con “la ‘Ndrangherta spa”: il nuovo business del clan Vollaro di Portici

Il monopolio di alcuni siti web di scommesse online, in collaborazione con “la ‘ndrangheta spa“, rappresenterebbe il nuovo business criminale del clan Vollaro secondo la nuova relazione semestrale redatta dalla DIA , riguardante il primo semestre dell’anno 2016.

La storica famiglia criminale, egemone ancora oggi a Portici nonostante gli arresti eccellenti degli ultimi anni e la morte del capofamiglia “Luigi ‘o Califfo”, secondo l’ultimo studio della Direzione Investigativa Antimafia, avrebbe ampliato le sue attività illecite spingendosi oltre la frontiera della “semplice” usura ed estorsione di video-poker e slot machine, spingendosi nei meandri del World Wide Web e imponendo, dunque, oltre al fitto e alla tangente delle macchinette, anche l’acquisto di giochi on line illegali come il poker e piattaforme internet straniere. Il tutto grazie ai contatti con la famiglia calabrese “Femia“, oggi attiva nel Centro Italia ed, in particolare, in Emilia Romagna, esclusivista, di fatto, in alcuni siti web esteri, abusivamente attivi nel “Bel Paese“.

E’ la Camorra 2.0 che si insinua nei vicoli, oggi anche virtuali, del nuovo “Ventre di Napoli“. Se, da un lato, non stupisce l’interesse dei clan di malavita nei settori delle scommesse e del gioco d’azzardo (Matilde Serao descrisse il meccanismo del lotto clandestino a Napoli già in un romanzo/inchiesta di fine 1800); dall’altro, non crea alcuno stupore anche la capacità delle famiglie camorristiche di aprirsi a innovazioni criminali che permettono il sostentamento e il “riciclo” delle organizzazioni, sebbene decimate “dagli arresti e morti eccellenti“.

Poco importa se il “terreno” su cui coltivare gli affari illeciti sia quello fertile dei territori caratterizzati “da una densità abitativa molto alta, dove si concentrano povertà, emarginazione ed evasione scolastica“, oppure quello “virtuale” del cyber-spazio: la Camorra spa dimostra ancora una volta di saper percorrere le nuove strade dei mercati globali e delle innovazioni tecnologiche, non tralasciando i vecchi “affari” come estorsione, tangenti ed usura.

A conferma della veridicità di quanto affermato dal verbale redatto dalla Dia, l’ordinanza 33/166 emessa dal Gip del Tribunale di Napoli il 26 gennaio 2016 per associazione a delinquere di stampo mafioso con cui è descritto il modus operandi del Clan Vollaro ed i suoi contatti con le cosche calabresi. (leggi qui e qui)

Dario Striano

 

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