Il COmune di Ercolano mette i “sigilli” al Parco Nazionale del Vesuvio: la polemica tra sindaco Bonajuto e Presidente Casillo

Sigilli al sistema che garantiva l’accesso in sicurezza per l’emergenza Covid al Gran Cono. Suona come un paradosso il sequestro, avvenuto ieri ad opera della polizia municipale di Ercolano agli ordini del comandante Francesco Zenti, della struttura realizzata a quota mille dall’Ente Parco nazionale del Vesuvio lo scorso giugno, al momento della riapertura post lockdown. Una serie di opere realizzate ex novo, come i tornelli per contingentare l’accesso al cratere ed evitare assembramenti e un gazebo in legno per il personale, che avevano blindato l’ingresso scatenando non poche polemiche. Ma, da sempre, il presidente dell’Ente Parco Agostino Casillo ha difeso con forza il progetto indicandolo quale presidio di legalità e ordine in un’area troppe volte alla mercé di abusivi e furbetti. L’illecito, da quanto riferito dalle forze dell’ordine, è di natura amministrativa e riguarda la mancata produzione da parte degli uffici dell’Ente della Scia, cioè la segnalazione certificata dell’inizio di attività dei lavori per realizzare le opere. In sostanza, gli uffici hanno prodotto solo una comunicazione al Comune, all’autorità di bacino e alla Soprintendenza, ma non la documentazione ufficiale che apre l’iter per l’autorizzazione a costruire. Il presidente dell’Ente Parco, infastidito della cosa ha commentato: “Ammesso mancasse un modulo, perchè nessuno ha avuto l’accortenza di comunicarmelo?”

 

 

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