Il Busen Club Marino ha dato vita ad una manifestazione speciale: i piccoli judoka della palestra sono stati insegnanti per un giorno per i loro genitori. Un’occasione per riscoprire la genuinità del rapporto genitori/figli.

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Somma Vesuviana – Si è rivelata una vera festa quella cui ha dato vita la Società Sportiva Busen Club Marino di Somma Vesuviana, che ha visto protagonisti nei giorni scorsi i judoka della palestra e i loro genitori. Nata dall’idea di dare a questi ultimi l’opportunità di praticare per una volta lo stesso sport che praticano i propri figli e di far loro comprendere le difficoltà che questi piccoli atleti possono incontrare, la manifestazione “Judo…con i genitori” si è trasformata in rilassante pomeriggio trascorso senza le preoccupazioni che quotidianamente occupano la mente degli adulti, durante la quale le mamme e i papà sono ritornati ad essere dei bambini che giocano con i loro bambini. E la gioia è stata incontenibile: i piccoli, felici e orgogliosi di avere i loro genitori a piedi nudi sul tatami, il tappeto, con l’aiuto del Maestro Salvatore Iovine e dell’insegnante Raffaele Napolitano, hanno mostrato le tecniche imparate nel corso dei mesi trascorsi al Busen, meticolosi nel trasmettere loro il metodo per evitare di farsi male e sfruttare al meglio non solo la propria forza ma anche quella dell’avversario. Dal canto loro i genitori, inizialmente imbarazzati e timorosi, si sono ritrovati a fare le capovolte, a cimentarsi con le cadute, la lotta a terra, totalmente divertiti dopo, felici, spensierati.

«È stata una manifestazione sfiziosissima – è intervenuto ancora raggiante Giuseppe, papà della piccola judoka Francesca – Non ti rendi conto di ciò che fa tuo figlio fin quando non sei anche tu lì sul tappeto. Avevo già una grande idea degli effetti del judo poiché vedo la mia bambina totalmente cambiata: prima era riservata ed introversa, ora è espansiva e più sicura di sé; ma poi quando mi sono ritrovato sul tatami ho capito anche io molto di più su questa disciplina».

«Ci siamo divertiti come matti. Quando sono tornata a casa mio figlio mi ha detto che non si aspettava fossi così brava e questa è una vera soddisfazione – ha aggiunto la signora Lucia, mamma di Stefano, subito incalzata dalla signora Chiara, mamma dei tre judoka Giovanna, Giuseppe e Daniela – È stato bello vedere i miei figli insegnarmi seriamente le tecniche del judo e correggermi quando sbagliavo». «Ciò che ho apprezzato di questa manifestazione è stata la complicità che si è creata con mio figlio poiché sia che sbagliavo sia che svolgevo bene le tecniche, io ero lì per lui e con lui» ha spiegato compiaciuta la signora Annamaria, mamma di Alessandro. «Penso che per noi genitori sarebbe opportuno creare altre occasioni del genere – ha concluso Ernesto, papà di Dario – Ci vorrebbe un vero corso di judo per i genitori».

L’entusiasmo è stato davvero palpabile, i sorrisi dei genitori erano spontanei e i bambini erano felici di vedere la loro mamma o il loro papà lì che combatteva con una delle cinture nere del Busen.

«Sono davvero felice della riuscita dell’evento – ha commentato l’insegnante tecnico di judo Raffaele Napolitano – Ciò che più mi ha sorpreso è stato sì l’affiatamento tra genitori e bambini, ma soprattutto il rapporto che si è subito instaurato tra gli stessi genitori molti dei quali non si conoscevano per nulla. Finalmente anche loro sono riusciti, seppur per una sola lezione, a percepire il vero spirito del judo poiché sono stati messi alla prova su aspetti che avevano visto solo da fuori, come spettatori dei loro figli. E adesso, invece, erano qui, anche loro sul tatami».

«È nostra intenzione continuare con momenti del genere – ha dichiarato soddisfatto il Maestro Salvatore Iovine, amministratore del Busen Club Marino – Si tratta di occasioni rilevanti: in un momento storico in cui è necessario lavorare anche più del dovuto, in cui la vita è diventata frenetica e non si fa altro che correre, è diventato di fondamentale importanza trovare gli spazi giusti per riscoprire il rapporto padre/figlio o madre/figlio o ancora tra i genitori con figli. Bisogna lavorare sulla qualità del tempo che si passa con i propri bambini per essere realmente loro vicini».

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