I nuovi mercati stranieri dell’illegalità. Ad ognuno il suo spazio, tutti sotto la licenza della “camorra”.

Man mano che i dati vengono raccolti e la mappa si riempie, cresce lo sconforto: c’è una porzione della città che non appartiene più alla città, è interamente nelle mani degli stranieri, quelli dediti al malaffare ovviamente, che svolgono ogni tipo di attività illecita.

Prima di procedere nel racconto, però, è fondamentale una premessa: la maggioranza degli stranieri che vive e lavora in città è composta da persone perbene, le etnìe di provenienza non fanno la differenza, perché chi ha voglia di rimboccarsi le maniche e lavorare lo fa a prescindere dalla nazione che gli ha dato i natali. Insomma, qui il discorso riguarda solo gli stranieri che delinquono, e che, costantemente, sono censurati dai loro stessi conterranei, i quali troppo spesso finiscono nel calderone della rabbia e del razzismo per via di pochi malviventi.

Eccola la mappa del territorio della Ferrovia e delle zone circostanti, la vedete voi stessi, vi rendete conto della vastità dell’area e dell’immensità del malaffare. Quel che non si vede nella mappa è, però, la lunga mano della malavita locale. Sappiate che ogni stranieri intenzionato a dedicarsi alla delinquenza ha l’obbligo di presentarsi al clan che gestisce ogni quartiere per ottenere il permesso di intraprendere la propria attività illegale e garantire un introito alla camorra. Insomma, ogni porzione della mappa e ogni attività che vedete rappresentata, produce anche denaro per le casse della delinquenza organizzata napoletana.

Come ogni investigatore sa bene, le attività malavitose sono suddivise, con certosina precisione in base al Paese di provenienza degli stranieri, c’è una sola eccezione, la prostituzione: quel «mercato» viene gestito in maniera trasversale da tutti, anche in questo caso suddiviso in zone. C’è solo una fetta del mondo della prostituzione che non rientra nel controllo degli stranieri: i maschi che vendono il loro corpo ad altri maschi e che gravitano attorno e dentro la stazione ferroviaria, i quali sono per la quasi totalità italiani con qualche innesto di etnia rom; e le trans che hanno specifiche zone di lavoro, non centrali, e sono per lo più sudamericane con qualche presenza locale italiana.

I delinquenti da strada, quelli che fanno scippi, borseggi e anche rapine violente, sono prevalentemente nordafricani, con qualche sporadica presenza di uomini dell’Est. Si tratta della frazione meno organizzata e anche mal tollerata dagli altri stranieri-delinquenti. Le loro azioni, spesso violente, attirano l’attenzione delle forze dell’ordine che accende i fari e mette in crisi anche gli altri «mondi», che sono estremamente più redditizi.

Ovviamente in cima alla lista c’è il mercato della droga che, storicamente, viene gestito dai gambiani: sono considerati affidabili e poco propensi alla violenza, le figure adatte per smerciare stupefacenti. Le centrali sono nelle strade circostanti la stazione, il mercato è esteso a larga parte della città con particolare attenzione alle zone di piazza Bellini e del centro Storico. A proposito, dicono che i pusher provenienti dal Gambia siano anche molto «graditi» dalle signore in cerca di emozioni, per cui si sta generando una nuova fetta del mercato della prostituzione, stavolta dedicato ai soli gigolò gambiani.
Prepotente il giro della contraffazione di abiti, borse e scarpe. In questo caso a governarlo sono gli stranieri di provenienza centroafricana in generale: oggi sono loro che gestiscono gli ordini alle fabbriche (molto spesso di Napoli e provincia) segnalando la merce da falsificare e i modelli più graditi ai clienti. Sono gli stessi extracomunitari a costruirsi l’esercito di venditori che poi andrà in ogni parte di Napoli e d’Italia a smerciare quei prodotti fasulli.

L’altro mercato che produce poderosi introiti è quello dei documenti falsi per stranieri, che vede Napoli regina d’Europa nel settore e viene gestito esclusivamente da pakistani: sono di stanza dal «lato mare» del corso Umberto, hanno le loro basi generalmente all’ interno dei negozi di barbiere e offrono i loro servizi a tutti gli stranieri, senza distinzione di provenienza né di colore della pelle.

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