I MISTERI DEL PARCO EUROPA – ENTRO IL 30 MARZO DOVREBBERO ARRIVARE GLI AVVISI DI PAGAMENTO PER GLI ONERI DI ESPROPRIO CHE IL COMUNE HA PAGATO AI VECCHI PROPRIETARI DEI SUOLI NEGLI ANNI TRA IL 2005 E IL 2011. I CITTADINI CHIEDONO CHIAREZZA DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE

il sindaco di Pollena Trocchia arch. Carlo Esposito

Pollena Trocchia – Entro il 30 marzo a tutti i proprietari di immobili insistenti al Parco Europa, zona periferica e mai decollata dal punto di vista urbanistico della cittadina vesuviana, saranno notificati degli avvisi di pagamento per oneri di esproprio che negli anni a causa negligenza, il Comune ha pagato ai vecchi proprietari dei suoli dove i concessionari attraverso la legge 167 sull’edilizia economica e popolare (Peep) anche il doppio delle cifre richieste (in lire, inizialmente oggi lievitate al cento per cento in euro coi relativi interessi). Il Parco Europa, per la maggior parte edificato su suoli di proprietà degli eredi del Marchese de Carolis (198 mila metri) e solo per 4 mila metri di proprietà degli eredi della famiglia Di Tuoro (il cui papà oggi defunto vendette liberamente quella particella di suolo non lasciandosela espropriare per circa 100 milioni di vecchie lire) è stato oggetto negli anni di diversi “impicci”. Le abitazioni furono costruite dai Concessionari (Società a responsabilità limitata e cooperative) a inizio anni ’80 su suoli che non erano comunali ma che l’ente prima sito a Corso Umberto, oggi a via Esperanto avrebbe acquisito a comunali praticando espropri ai vecchi proprietari. I De Carolis, non accettarono gli importi stabiliti dal Comune e versati presso la Cassa di Depositi e Prestiti dai Concessionari e fecero causa all’ente. La prima causa la persero, poi fecero appello e in secondo grado di giudizio il Comune fu condannato a pagare il doppio di quanto stabilito in precedenza, in quanto il vecchio Marchese De Carolis risultò essere anche bracciante agricolo, per cui quei suoli, siccome definiti di conseguenza agricoli, furono valutati di più. Da quel momento in poi è stato un andirivieni di cause, giudizi, ingiunzioni di pagamento e tanti, tantissimi misteri, oltre che centinaia di migliaia di euro pagati in consulenze tra avvocati, architetti e ingegneri. Di fatto quel che resta è che per anni nessun sindaco si è mai veramente messo a spulciare le carte per sbrogliare la matassa, facendo lievitare le somme da pagare ai vecchi proprietari (i Di Tuoro non accettarono l’esproprio ma vendettero la terra al Comune) a cifre esorbitanti, mai tenendo conto delle somme che invece versarono alla Cassa di Depositi e Prestiti i Concessionari che poi cedettero gli immobili ai cooperatori o li vendettero agli allora proprietari. Tutte o quasi le opere di urbanizzazione, dalle fogne alla pubblica illuminazione al Parco Europa sono state eseguite a carico dei concessionari o dei cooperatori, soci delle cooperative che ne avevano curato la costruzione. Oggi, il Comune di Pollena Trocchia dopo varie sentenze, dovrebbe a due società (la So.Fi.Coop e la Ndp più di dieci milioni di euro) per cause perse riferite all’area Pip (Piani di Insediamenti produttivi) e non avendo questi soldi in bilancio, rischierebbe il tracollo finanziario dell’Ente. Questo il vero motivo dietro il quale si nasconde l’inaspettata scelta dell’ente oggi retto dall’architetto Carlo Esposito (l’ex sindaco per due mandati Francesco Pinto è Presidente del Consiglio Comunale e diversi degli attuali assessori lo sono da più di dieci anni) di cui non sono stati assolutamente informati i cittadini? Sembrerebbe infatti che un gruppo di architetti urbanisti e avvocati stia lavorando al progetto di recupero degli oneri di esproprio che il Comune di Pollena Trocchia (già una volta dichiaratosi in disesto finanziario quando era sindaco Andrea Ammendola) ha anticipato ai De Carolis negli anni tra il 2005 e il 2011. Secondo un gruppo di cittadini e amministratori del Parco Europa la questione è tutta da discutere sul fil del diritto amministrativo. Ad oggi, però l’Ente di Via Esperanto non ha ancora mandato nessuna notifica ai vari proprietari. Voci accreditate al Comune, però, sono certe che entro il 30 marzo (previa l’ennesima prescrizione degli atti, perché dall’ultima sentenza riguardante un appello degli eredi Di Tuoro risalente al 2011, starebbero per scadere i dieci anni) partiranno le lettere con le richieste di risarcimento comprensive degli interessi dovuti ai ritardi amministrativi del Comune che non ha mai messo mano a questo tipo di azione riguardo i proprietari degli immobili, né pare abbia considerato la rivalutazione in termini percentuali degli interessi maturati quando i Concessionari, su indicazione del Comune furono chiamati a versare ai vecchi proprietari dei suoli, prima di costruire. Intanto i cittadini del Parco Europa che non ci stanno ad essere considerati e trattati da cittadini di serie b, si stanno organizzando con azioni legali congiunte per difendersi dall’eventualità di dover spendere ulteriori soldi, soprattutto senza essere mai stati informati dalle varie amministrazioni che di volta in volta si sono susseguite. “Non capiamo cosa stia succedendo – dicono diversi proprietari che si stanno costituendo anche giuridicamente in Comitato per far fronte comune – e soprattutto perché nessuno ci ha mai informato di quello che stava succedendo. Soprattutto non capiamo il perché proprio in un momento così triste per le finanze di tutti il Comune voglia chiedere questi soldi. Perché non l’ha fatto negli anni in cui ha saldato gli espropri ai De Carolis? Perché ogni volta che questi o chi li ha preceduto al governo sono venuti a chiederci i voti ci hanno sempre tranquillizzato rispetto a queste situazioni? Siamo consapevoli che essendo stati costruiti gli alloggi con una convenzione che prevedeva il diritto di superficie dei suoli affidatoci per 99 anni, per acquisirne la proprietà dobbiamo saldare il comune, non capiamo perché però tanti misteri e soprattutto perché la scadenza del 30 marzo”. Sui social, dove si è alzato un polverone è intervenuto anche l’avvocato Diego Di Napoli (nella foto a lato), giovane giurista residente proprio al Parco Europa. “Ho letto di tutto ma, in onestà, per quel poco di esperienza maturata nel mio ambito lavorativo, ho imparato che prima di “urlare” c’è bisogno di studiare per bene le carte. Tale invito è finalizzato essenzialmente ad evitare che gli errori del passato si ripetino ancora una volta e soprattutto che, per questi errori, debbano pagare nuovamente i cittadini del Parco. Da persona direttamente interessata voglio tempestivamente prendere contatti con l’ente, chiedendo conto della vicenda e pregando ai preposti di fornirmi tutta la documentazione utile per una più precisa valutazione del caso. Vorrei invitare poi i consiglieri ed assessori tutti, a chiarire definitivamente quali siano gli intenti del Comune perché, non bisogna mai dimenticarlo, gli amministratori locali gestiscono la comunità nell’interesse esclusivo dei propri cittadini e questi devono sempre essere informati soprattutto delle vicende che li riguardano direttamente”. Ad oggi, purtroppo, gli amministratori di Pollena Trocchia, qualcuno anche molto attivo sui social, non hanno ofrnito risposte. Intanto lo staff di architetti e avvocati che lavora alla modulazione di un piano di. Recupero per gli espropri, continua su mandato della Giunta Comunale a operare.

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