I due volti della stessa Ercolano che accoglie il leader del Pd Renzi. Uno triste e malato, l’altro in festa

I due volti della stessa Ercolano: uno triste e malato, dimenticato dalle istituzioni locali e nazionali; l’altro sorridente e in salute che si prepara ad accogliere l’ex premier e attuale segretario del Pd nazionale, Matteo Renzi in visita sul territorio vesuviano in vista della manifestazione Europa 2020 che si terrà durante questo weekend a Pietrarsa.

La città degli Scavi si prepara dunque ad accogliere Renzi… o, meglio, solo una parte. Quella del “Centro”, a due passi dal mare e dagli Scavi, che, con divieti di sosta e piccoli interventi mirati di riqualificazione e manutenzione, si veste a festa in occasione della visita del leader del Partito Democratico, principale sponsor politico del Sindaco Ciro Buonajuto. Quella in alto, San Vito al Vesuvio, ingresso al Parco Nazionale del Vesuvio, invece, si presenta così com’è da anni: abbandonata al degrado, con cumuli di rifiuti ai margini delle sue strade.

A protestare contro lo stato di abbandono della contrada ercolanese che si inerpica al gran Cono del Vulcano, Padre Marco Ricci, sacerdote coraggio della chiesa del Sacro Cuore di Gesù, candidato al premio ambientalista dell’anno, le cui denunce, segnalazioni e appelli alle coscienze hanno permesso il rinvenimento di centinaia di fusti tossici interrati nelle cave della zona e hanno acceso i riflettori mediatici su San Vito: la terra dei Fuochi alle pendici del Vesuvio, zona in cui, dopo indagini “fai-da-te”condotte dal Comitato Ambiente Vesuvio, assieme ad una equipe di medici volontari, si è registrato un elevato numero di casi di tumori, cancri e leucemie: “Per la venuta di Renzi a Ercolano, un semplice segretario di partito, si pulisce la facciata della città. – ha tuonato don Marco – Per salvare la vita della gente che muore di cancro e leucemia niente!“.

Il pastore ha poi ricordato gli esiti delle analisi del terreno condotte dall’Arpac a Cava Fiengo, oggetto, più volte, anche nel recente passato, di roghi tossici e sversamento illegale di rifiuti (anche pericolosi), sottolineando il disinteresse delle istituzioni per scongiurare il rischio di contaminazione delle acque sotterranee: “Dalle analisi condotte dall’Arpac – ha detto il Pastore – sono stati riscontrati cumuli di indumenti e di pezzame in parte combusti e in combustione, amianto, fusti deteriorati contenenti olii sintetici, rifiuto solido pastoso di colorazione scura classificato come pericoloso. Gli esiti analitici hanno riscontrato la presenza di berillo, cromo, cromo IV, benzo antracene, benzo pirene, indeno pirene, benzo perilene, rame, piombo, zinco, sommatorie di diossine e furani, idrocarburi pesanti. Si registra il superamento del valore di soglia di contaminazione peri siti ad uso commerciale ed industriale ed uso verde pubblico. Il certificato analitico emesso indica che i suddetti rifiuti sono classificati rifiuti speciali pericolosi. Il rifiuto campionato pertanto è fonte di contaminazione per le acque sotterranee. Il Sindaco, nella sua qualità di massima autorità sanitaria, è tenuto ad emettere apposita ordinanza di messa in sicurezza di emergenza, di rimozione e bonifica ai sensi della normativa vigente“.

Già nelle scorse settimane il prete antibiocidio e il Comitato Ambiente Vesuvio avevano alzato la voce contro l’amministrazione comunale diffidandola per non aver applicato la legge regionale 20/2013 che regolamenta le azioni da intraprendere in merito alle zone pubbliche e private soggette a sversamento abusivo di rifiuti e roghi. Una legge pensata appositamente per contrastare e prevenire roghi e sversamento abusivo di rifiuti.

In particolare, gli artt. 3, 6 e 7, obbligano i Comuni della Regione Campania  ad istituire il registro delle aree interessate da abbandono e rogo di rifiuti e a censire le aree pubbliche e private utilizzate per le speciali forme di gestione dei rifiuti solidi urbani o assimilati temporaneamente.

Dario Striano

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