I colori che raccontano il sogno di riscatto del ghetto, NapoliEst: tra degrado e arte contemporanea internazionale

Street art, riqualificazione urbana, servizio civile, tour turistici e la presenza delle telecamere dei set cinematografici campani e nazionali: l’esplosione di colori e di innovazioni di Inward ha completamente illuminato il Parco Merola di Ponticelli.

Quella che prima rappresentava “la Periferia della Periferia Est di Napoli“, adesso è divenuto il “Parco dei Murales”, dove opera il primo Distretto della Creatività Urbana che, in pochi mesi, ha acceso i riflettori locali e nazionali sul complesso di palazzi di edilizia popolare che sovrasta lo stradone costeggiante la villa comunale di Ponticelli. Dopo le scene di Gomorra la Serie, anche “Sirene”, fantasy telefilm in onda l’anno prossimo su Rai 1, ha scelto il Parco dei Murales come location d’eccezione per le sue riprese: testimonianza del grande lavoro che l’Osservatorio sulla Creatività Urbana, Inward, ha portato avanti dalla primavera 2015: da quando, cioè, i murales ad opera degli street-artist Jorit AGOch, Zed1, Rosk&Loste e Mattia Campo Dall’Orto hanno cominciato a colorare le grigie e tristi facciate delle palazzine popolari di Viale Aldo Merola. Dietro ognuno di esso c’è un lavoro che ha visto l’ascolto dei residenti, a partire dai più piccoli; la scelta dei temi e degli argomenti in sintonia con le esigenze dei residenti del luogo e del quartiere; la partecipazione dal basso; il dialogo con le istituzioni locali (a partire dall’ente di prossimità fino all’Assessorato al Decoro Urbano del Comune di Napoli insieme agli altri Uffici e Servizi dell’amministrazione cittadina); e un rapporto di collaborazione-partenariato con enti di importanza nazionale (come l’Anci, e l’UNAR), e con importanti aziende e realtà private (come Ceres spa e il Rotary Club).

Un percorso di integrazione, arte e cultura che ha spinto l’associazione Econote ad organizzare dei tour nello “Street Art District patenopeo”, e l’Aeroporto Internazionale di Capodichino a pubblicizzare le visite guidate tanto da inserirle negli itinerari consigliati ai turisti di tutto il Mondo. Il ricavato dei tour servirà a finanziare le attività della Cooperativa Sociale Arginalia, nata per sviluppare nuove opportunità di produzione e lavoro per i giovani della zona periferica di Napoli. La street-art a Ponticelli ha reso dunque possibile un’azione complessiva di rigenerazione urbana e sociale della zona.

A settembre 2016, infatti, è partito anche il “Servizio Civile Arteteca” con un progetto dal titolo “Creatività urbana tra riqualificazione e rigenerazione”, incentrato proprio sul Parco Merola di Ponticelli e con sede nel Centro Territoriale per la Creatività Urbana. Quattro giovanissimi volontari opereranno per un anno sviluppando il progetto che comprende una serie di interventi non solo nel complesso residenziale ma anche nel quartiere Ponticelli e nel resto della periferia orientale di Napoli.

Non solo murales: l’arte di strada continua, e continuerà, ad essere espressa anche dai giovanissimi del luogo con i laboratori di break dance negli 8 androni dei palazzi del Parco Merola. Androni che a breve verranno pitturati con un unico colore – scelto in base al colore dominante dell’opera di street art più vicina – che li renderà riconoscibili ai residenti, nonché ai semplici passanti e visitatori occasionali del parco: “Ridipingere gli Androni – dicono gli attivisti di Inward – per di più renderà l’indirizzo, da comunicare a parenti ed amici, meno impersonale e freddo, oltre ad essere compimento di una funzione identitaria tra bisogno locale espresso dal basso e opera prodotta, alla quale i giovanissimi del Parco lavoreranno anche per ripristinare gli spazi dalle scritte selvagge che attualmente li affliggono”.

Il progetto per il Parco Merola – ci spiega Salvatore Pope Velotti, Direttore Sviluppo di INWARD – è nato quasi per caso: avevamo la volontà di realizzare la prima grande facciata di street art a Napoli che, pur nella sua dimensione metropolitana, ancora non aveva una sua grande opera murale, a differenza di altre città europee e italiane, anche più piccole. L’occasione ci fu data quando fummo incaricati dall’UNAR di realizzare una serie di opere in Italia e proponemmo Napoli. Da lì il progetto del Parco dei Murales si è sviluppato da solo, interagendo con le persone del posto, ascoltandole, parlando con loro, soprattutto con bambini e ragazzi. L’impegno che la nostra organizzazione prese con gli abitanti del Parco fu semplice: non possiamo garantire la soluzione di tutti i problemi, ma possiamo accendere un faro su questo angolo di periferia oscuro ai più. Il timore che hanno manifestato più volte, dopo la prima opera, è che sparissimo: invece siamo rimasti e ne abbiamo realizzate altre tre, abbiamo fatto un grande concerto con Ceres, abbiamo avviato un progetto di Servizio Civile Nazionale per loro, con diversi laboratori per i ragazzi che vi abitano. Tanti visitatori sono passati a vedere le opere, inclusi il Sindaco e diversi Assessori, e il Parco è diventata una location per serie tv e videoclip musicali; possiamo dire che la percezione del Parco Merola sia cambiata, non solo in chi ci abita ma anche in chi prima non ci avrebbe mai messo piede. Ed è questo il risultato più forte raggiunto con gli abitati del Parco Merola: essere riusciti, dipingendo quei muri di cemento, ad abbattere quel muro di diffidenza che li teneva separati dal resto della città”.

Dario Striano

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