Funerale blindato per Raffaele Cutolo ad Ottaviano: in nottata benedizione e sepoltura presenti i parenti stretti, l’accesso al cimitero ancora blindato

Ottaviano – Il feretro di Raffaele Cutolo è arrivato poco dopo le 23,15 nel cimitero di Ottaviano la città dove è nato e cresciuto il boss della Nuova camorra organizzata, dove è stato sepolto subito dopo la benedizione questa notte e non questa mattina come era trapelato in un primo momento. Ad attendere la bara, scortata dalle forze dell’ordine, c’erano la moglie Immacolata Iacone e la figlia Denyse Cutolo, che si erano recate a Parma, dove è morto il boss detenuto in regime di 41 bis. Immacolata e la figlia sono state raggiunte nel cimitero dal fratello e la sorella di Cutolo, Pasquale e Rosetta, e da pochi altri parenti, per un totale di dodici persone ammesse alla benedizione del feretro. La strada che porta al camposanto è stata chiusa per motivi di ordine pubblico fino a questa mattina, le forze dell’ordine presidiano ancora la zona. Nello stesso cimitero è sepolto anche Mario Fabbrocino, boss dell’omonimo clan, e promotore della Nuova Famiglia, nata in contrapposizione alla Nco di Cutolo. Fabbrocino morì a 76 anni nel 2019 in un ospedale di Parma, dove era detenuto all’ergastolo, e fu sepolto poi ad Ottaviano. Con Raffaele Cutolo, boss spietato e sanguinario nonostante avesse vissuto la maggior parte della su vita in carcere, muoiono anche molti misteri italiani a metà strada tra storie romanzate e fatti veri, tra servizi segreti deviati, omicidi eccellenti e le trattative coi terroristi.

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Cutolo, capo indiscusso di una nuova camorra che nasceva di pari passo con la ricostruzione del dopo terremoto dell’80 fu l’unico camorrista ad opporsi al potere della mafia siciliana e alla ramificazione di cosa nostra in Campania. Per contrapporsi all’enorme potere dei cutoliani, le vecchie famiglie di camorra che avevano rapporti con i corleonesi di Totò Riina si coalizzarono creando la Nuova Famiglia, un cartello criminale che sotto il Vesuvio faceva capo a Carmine Alfieri, boss del nolano oggi collaboratore di giustizia. Raffaele Cutolo non si è mai sottratto agli interrogatori, ma non è mai passato dalla parte dello Stato, portando con sé i segreti di un’Italia malata dove stato e anti stato andavano a braccetto e si spartivano gli affari milionari della ricostruzione del dopo terremoto e la costruzione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il super boss della camorra Cutolo parla dei suoi rapporti con l’allora capo ndrangheta Paolo De Stefano, dei servizi segreti, del rapimento di Ciro Cirillo e del rapimento e poi dell’assassinio dello statista Dc Aldo Moro.

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