Eppure il vento soffia ancora, l’intervento di Giuseppe Fornaro sulla questione legata gli spazi per le associazioni Sant’Anastasia

Sant’Anastasia – Non ho ancora capito se la confusione di questo periodo dipende dall’aria di propaganda oppure, piu’ semplicemente, altre logiche stanno prendendo piede soppiantando quelle piu’ semplici. Le iniziative  pare non manchino da nessuna parte : muri che si alzano e bombe che si lanciano in mare aperto verso il cattivo operato dell’uno o dell’altro. Resta vivo quel richiamo allo spirito di solidarietà  dove  addirittura sento di proposte ad una colletta tra aspiranti sindaco.     Ma perche’ non fare una colletta per scuole?  la risposta è anche semplice, non ve ne è il bisogno, visto che di soldi ne sono arrivati per le scuole. Ma a parte le mie considerazioni mi chiedo :qualcuno avra’ pensato di capire quanti bambini vi sono in questo anno scolastico e di quante classi  si ha veramente bisogno? Avranno poi pensato di utilizzare i soldi destinati ai nuovi arredi prevedendo  pareti divisorie mobili laddove nelle scuole esistono spazi ampi non utilizzati? Sembra invece  che tutto sia stato piu’ risolvibile requisendo gli spazi ai disabili  e fare nuove opere murarie.  Personalmente  non capisco perché non si sia partiti dal semplice, potremmo scoprire che in alcune scuole i bambini non sono nemmeno in numero sufficiente per riempire le aule e i soldi di arredo basterebbero addirittura anche a pareti divisorie  che potrebbero essere facilmente rimosse dopo il periodo covid.   Infine  sfrutterei molto piu’ semplicemente questo spirito di solidarietà che aleggia tra gli aspiranti sindaco,in che modo? Semplicemente facendo loro  scegliere  una disabilità (scegliendola sono già privilegiati) e vivendola per una sola settimana. Scegliere di bendarsi in modo da non vedere niente o di  vivere  con tappi ben inseriti nelle orecchie fino a non sentire , sedersi in una sedia a ruote alzandosi solo la sera per andare poi a letto, oppure  fare tutte le cose a metà dovendo relegarne l’altra metà ad un‘ altro, dal caffè del mattino ,all’igiene personale, alle incombenze quotidiane e per 24 ore su 24;  solo poi sedersi insieme e discutere dei problemi dei disabili. Questa si che sarebbe una bella colletta,  i disabili pur apprezzando ogni forma di solidarieta’ apprezzerebbero  tantissimo una colletta di ore della loro vita in questo modo, un impegno del loro tempo  come persona e come cittadino per  capire i reali problemi della  città che si propongono di governare e che spesso non solo non li aiuta ,ma li danneggia .

Eppure il vento soffia ancora

Giuseppe Fornaro

 

 

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