Emergenza Covid, a Napoli, chiusi anche gli storici Grambrinus e Brandi

Si sono arresi alla zona rossa e hanno abbassato la saracinesca fino a quando la situazione non evolverà verso un ritorno alla normalità. Troppa poca gente in strada: la giornata di ieri, la prima con la Campania di nuovo in zona rossa, è stato un test per valutare che non c’erano le condizioni per rimanere aperti e cosi’ i locali da oggi hanno chiuso fino a data da destinarsi. Il Gambrinus rimarrà attivo con le vendite on line. “Non c’e’ piu’ nessuno, la città è  vuota, spettrale. Siamo in guerra” , ha spiegato alle agenzie di stampa Massimiliano Rosati, uno dei soci del Gambrinus. “Aspettiamo con fiducia le successive tappe della campagna vaccinale, vogliamo riaprire appena ci saranno le condizioni. Viviamo anche in un contesto che diventa sempre più pericoloso: oltre ai raid e ai furti ai negozi di Via Toledo si registrano tanti piccoli episodi di microcriminalita’”.

i maestri Lucio Dalla e Luciano Pavarotti in una foto storica alla Pizzeria Brandi

Si è fermata  anche la storica pizzeria Brandi a due passi dal Gambrinus e a ridosso della centrale Via Chiaia. “La pizzeria rappresenta tutta la mia vita – scrive sul profilo Facebook, Paolo Pagnani, con il fratello Eduardo titolare di Brandi, dove nel 1889 la leggenda vuole sia stata sfornata la prima pizza Margherita – la base della mia famiglia, un luogo di tradizioni da difendere e conservare come si custodisce uno scrigno di cose preziose. Ma d’altronde assistere ad un lento decadimento dovuto a delle restrizioni difficili, con i rapporti umani ridotti al minimo, non e’ in linea con la tradizione che abbiamo protetto e sviluppato in circa 250 anni di storia. Ma vorrei anche rassicurarvi sull’intenzione di riaprire al piu’ presto, appena sara’ possibile lavorare senza restrizioni inumane, sempre nel rispetto di quei protocolli sanitari ai quali ci siamo attenuti fin dal primo giorno. Avevamo 27 dipendenti, ora si sono ridotti di numero. I costi non ci permettono, ora, di andare avanti. Gia’ con la cosiddetta zona gialla si viaggiava su livelli di ‘semisopravvivenza”.

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