“Ecco chi eravamo quella maledetta notte”, si pente uno dei killer di Genny Cesarano

 

Il suo è stato un annuncio choc che potrebbe chiarire una volta e per tutte cosa accadde quella notte, la notte in cui fu colpito a morte il 17enne Genny Cesarano, l’ennesima vittima innocente della camorra. A decidere di collaborare con la giustizia, dopo Carlo Lo Russo, c’è anche Mariano Torre: le sue accuse – tra decine di pagine di omissis – sono state depositate dinanzi al Tribunale del Riesame.

Il giovane che faceva parte della batteria di fuoco a disposizione di ‘zì Carlo’ ha ammesso le sue responsabilità chiarendo ai magistrati che «le persone che avete arrestato per l’omicidio di Cesarano sono realmente coinvolte nel delitto. Si tratta di soggetti responsabili, me compreso, che hanno svolto un ruolo nell’assassinio di quel ragazzino. Ma ce ne sono altri che non sono ancora finiti sotto accusa, conosco il nome e il ruolo degli altri personaggi che entrarono in azione nella Sanità e contribuirono ad ammazzare quel ragazzo». Quel commando, secondo Torre e la ricostruzione della Procura, era dunque costituito dalle stesse persone che attendono la sentenza e cioè Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto, lo stesso Mariano Torre e Antonio Buono (difesi dai penalisti Domenico Dello Iacono, Sergio Morra, Annalisa Senese). Tra i quattro imputati, Buono è l’unico che non ha chiesto di fare una dichiarazione spontanea, l’unico che non ha ammesso di aver preso parte a quella spedizione alla Sanità. L’obiettivo di quel raid doveva essere Pietro Esposito e non un giovane che, con clan e stese, non aveva nulla a che vedere.

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