ECCO A VOI VILLA BRUNO E VILLA VANNUCCHI: LE MISTERIOSE VILLE DEL SETTECENTO VISTE DAGLI ALUNNI DEL LICEO DI GIACOMO DI SAN SEBASTIANO AL VESUVIO

 

San Giorgio a Cremano, un piccolo comune nel napoletano, è sede di veri e propri capolavori settecenteschi come Villa Vannucchi e Villa Bruno, luoghi caratteristici e noti per essere stati persino set di film di successo. Nell’atrio di Villa Vannucchi è infatti stata girata una delle scene più famose del film di esordio di Massimo Troisi, “Ricomincio da tre”. Un omaggio che l’artista sangiorgiese ha voluto fare al luogo fatato della sua infanzia. Troisi, infatti, da ragazzo abitava proprio di fronte all’entrata laterale dell’antica villa.

Queste ville sono ricche di verde, impreziosite dai giardini alla francese la cui origine è in realtà italiana. La struttura delle ville è singolare, e per questo fa sorgere il sospetto che sia stata attentamente studiata. Villa Vannucchi presenta dunque un lato alchemico, misterioso, chiaramente visibile nel suo giardino. Dal centro veniva tracciata una croce greca inscritta in cerchi: geometrie, alberi e fiori erano scelti e posizionati secondo simbologie ermetiche tratte dalle tavole alchemiche e cabalistiche mentre i profumi dovevano coadiuvare la meditazione, creando la perfetta armonia intellettiva e fisica. Da ciò si evince l’importanza dell’alchimia, intesa come modo di scoprire i misteri dell’universo e le leggi che lo governano. Parlando di giardini alchemico-massonici, quello di Villa Vannucchi, detto anche Caramanico in onore ai primi proprietari della villa, è particolarmente interessante. La famiglia d’Aquino di Caramanico, una delle famiglie più illustri del regno, possedeva una seconda residenza costruita da Francesco Caramanico a Portici, ma furono costretti a lasciarla perché inglobata nell’imponente costruzione della Reggia di Portici. Per non allontanarsi dal Re Carlo III, il figlio Giacomo eresse la nuova villa di famiglia in San Giorgio a Cremano. Il Re astutamente decise di risarcire i Caramanico, regalando un bellissimo albero di canforo da impiantare nella loro nuova residenza. Tale maestoso albero costituiva una rarità esotica nel Settecento per le sue proprietà mediche e per la canfora, dono talmente prezioso che i Caramanico scelsero di metterlo in mostra, piantandolo nel lato del giardino ben visibile dalla strada; il canforo è tutt’oggi presente. Molti membri della famiglia Caramanico erano importanti massoni: fra questi, nel 1773 Francesco Venanzio d’Aquino fondò una nuova loggia chiamata “Lo Zelo” e ricoprì diverse cariche politiche per conto di Carlo III.

Accanto al ruolo politico, Francesco fu anche un abile mecenate e contribuì notevolmente alla diffusione della cultura illuminata del Regno. La consuetudine imponeva a chi fosse massone di mostrare la sua affiliazione arricchendo le proprie dimore di simboli esclusivi, riconoscibili solo ai membri, che per gli altri apparivano semplici ornamenti. Così anche i Caramanico disseminarono di “segni” la loro villa sangiorgese che, grazie al restauro, sono ritornati visibili nel bel motivo ornamentale centrale del giardino.

Si dice che tali segni traggano spunto da due disegni ideati dal filosofo e mistico Robert Fludd, ossia il sole, che nella sua filosofia rappresentava il principio della creazione, e il mistico rosa-croce, quindi, secondo tale tesi, dalla loro sovrapposizione si forma la rosa a otto petali intorno all’esedra centrale. Da questo complesso disegno si dipartono i raggi, tra i quali spicca per grandezza quello principale che, quasi come uno stelo, collega l’esedra alla villa. La pianta della villa ricorda una croce, ulteriore richiamo alla setta massonica dei rosa-croce.

In sintesi, i giardini alchemici settecenteschi erano dei colossali cifrari polisemici, dominati da allegorie, nelle complesse architetture, comprensibili solo dai membri delle società massoniche.

L’articolo è stato scritto da

Federica Fibro e Manuela Ignelzi

alunne del Liceo Statale “S.Di Giacomo”. Il gruppo di studenti che partecipano al modulo “Scrivere da giornalista”, nell’ambito del Programma Regionale Scuola Viva – 2 Edizione.

 

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