Dal 25 marzo stop dei distributori di benzina. Francesco Emilio Borrelli: “Inaccettabile chiudere gli impianti senza preavviso. E’ un attentato al Paese, le persone stanno prendendo d’assalto i distributori, in questo modo si può diffondere il virus”

Da oggi 25 marzo partirà lo stop degli impianti di benzina, come annunciato da Faib, Fegica, Figisc/Anisa. Le ragioni di tale decisione deriverebbero dalle condizioni di lavoro degli operatori in servizio presso gli impianti di distribuzione, poco tutelati in questa emergenza sanitaria, questo è quanto dichiarano le organizzazioni di categoria. Il pericolo di chiusura dei distributori di benzina ha spinto una moltitudine di cittadini a prendere d’assalto le pompe di benzina per fare rifornimento di carburante, numerose segnalazioni inviate al Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli testimoniano questa situazione.
“Comprendiamo le ragioni dei benzinai ma agendo in questo modo si sono comportati da irresponsabili. È inaccettabile una decisione del genere senza preavviso e senza che venga garantita l’apertura di un numero minimo di pompe. Infatti come ci è stato segnalato le persone stanno prendendo d’assalto i distributori, in questo modo non solo si sta creando un danno al Paese ma si sta alimentando la diffusione del virus grazie agli assembramenti presso le pompe di benzina. È un vero e proprio attentato all’Italia. Inoltre gli assembramenti causati da queste notizie stanno potenzialmente diffondendo il virus. Per questo stiamo procedendo a denuncia verso chi si è reso protagonista di questi atti irresponsabili. Come faranno i medici, gli infermieri, le forze del ordine, i militari, le ambulanze ed i camion che trasportano cibo a muoversi? Se non sarà garantito un numero sufficiente di distributori aperti allora dovranno essere sequestrate delle pompe in modo da garantire lo svolgimento delle funzioni più essenziali. Il nostro appello ai benzinai è di dissociarsi da queste sigle sindacali e di garantire il servizio” – hanno dichiarato il Consigliere Borrelli ed il conduttore radiofonico Gianni Simioli che hanno denunciato e iniziato una campagna contro gli autori di questa decisione che mette ulteriormente in difficoltà il paese.

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