CONTRO LA CHIUSURA DELL’OSPEDALE APICELLA – La forza di Annamaria Romano porta i sindaci a firmare un documento congiunto a favore del nosocomio “in abbandono”

Pollena Trocchia  – Meglio tardi che mai. A seguito dell’ennesimo ridimensionamento dell’Ospedale Apicella, che sarebbe dovuto essere un’eccellenza territoriale, oggi in disuso e istituzionalmente abbandonato, scendono anche i sindaci dell’hinterland intorno al nosocomio. Negli anni, infatti, le scelte politiche scellerate che puntavano ad un nuovo piano sanitario regionale, di cui oggi viviamo e vediamo gli effetti, l’Ospedale Apicella è passato da pronto soccorso attivo e ospedale con molti reparti ad un poliambulatorio, sempre con l’acqua alla gola. Le uniche battaglie per l’Apicella, nel silenzio istituzionale le conduceva e le conduce Annamaria Romano, presidentessa dell’associazione Graffito d’Argento e da sempre in prima linea (anche attraverso l’arte) a favore degli ultimi e degli ammalati. Le ha condotte Vincenzo Sannino col Trubunale per i diritti dell’ammalato e Alessandro Panico, ch nell’ospedale ci lavora e da sempre è impegnato politicamente col sindacato. Poi basta. L’ospedale chiudeva reparto su reparto e i servizi venivano e vengono esternalizzati favorendo qualche ras della politica locale e il “precariato contrattuale”, tutti però preferivano tacere. Il mega ospedale di Pomigliano d’Arco, quello che avrebbe sostituito in un solo colpo (nella perversione bassoliniana di allora) il nosocomio di Nola e quello di Pollena Trocchia, non nascerà mai. E’ nato quello del mare, che non si vede ma c’è, fa niente se per ora lo si immagina solo. Pollena Trocchia è stato dimenticato da tutti, o quasi. E proprio l’ennesima protesta di Annamaria Romano, hanno portato i sindaci dell’hinterland a non esimersi dall’intervenire.

Nei giorni scorsi, di fronte ai cancelli dell’Ospedale, o di ciò che ne resta, a Pollena Trocchia, è apparso uno striscione a firma delle associazioni “Graffito d’Argento” e “Napoli in Progress” su cui si legge: “Art.32 la salute è un diritto di tutti i cittadini… Una città senza Ospedale è una città senza identità…Ci stai chiudendo per farci morire noi siamo persone Nooo numeri”, ne è seguita una pacifica manifestazione con cittadini e soprattutto mamme con i propri bambini che rivendicavano il diritto all’assistenza. Oggi i Sindaci di Pollena Trocchia (Francesco Pinto), Somma Vesuviana (Salvatore di Sarno), Massa di Somma (Gioacchino Madonna), Cercola (Vincenzo Fiengo), San Sebastiano al Vesuvio (Salvatore Sannino), Sant’Anastasia (Raffaele Abete), Ottaviano (Luca Capasso) hanno sottoscritto una lettera indirizzata alla Direttrice Generale dell’ASL NA 3 Sud, la dottoressa Antonietta Costantini, per chiederle di revocare le disposizione in base alle quali, si stabilisce l’apertura  dello PSAUT solo dalle 08.00 alle 20.00 tagliando la turnazione notturna.

“È indispensabile un’azione tesa a razionalizzare le risorse per far funzionare in maniera efficiente le strutture presenti, al fine di renderle perfettamente attrezzate e capaci di rispondere alla domanda assistenziale dei cittadini, ponendoli nelle condizioni di non dover ricorrere alla mobilità sanitaria passiva extraaziendale ed extraregionale» chiedendo «di utilizzare al meglio le eccellenze ed i reparti delle strutture pubbliche a beneficio della salute pubblica dei cittadini, potenziando e non indebolendo strutture come lo PSAUT e i servizi e i reparti del Presidio Ospedaliero “Cav. R. Apicella”, con il potenziamento di attività essenziali quali radiologia e laboratorio di analisi, organizzandoli con presenza attiva h24”. In effetti – prosegue la nota – la chiusura di alcuni reparti e del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Apicella” ha già creato enormi disagi alle comunità rimaste prive di un importante momento di assistenza ospedaliera, oltre ad aver ulteriormente aggravato la già precaria situazione del Presidio Ospedaliero di Nola. Ora, l’eliminazione del turno notturno dello PSAUT renderebbe ancor più difficile la situazione del Presidio Ospedaliero di Pollena Trocchia, che ha un bacino potenziale di utenza di oltre 200mila abitanti e che, quindi, in base al Regolamento per gli Standard Ospedalieri, Decreto Ministeriale n. 70/2015, dovrebbe essere individuato almeno come Presidio Ospedaliero di base”. “Quando un bambino si fa male – dice una mamma – dobbiamo correre al Santobono”. “Basta con la politica – dicono ancora – ridateci il nostro ospedale”. E’ indicativo quello che dice un vecchietto. 

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