CON UN PO’ DI RITARDO – Dopo la politica regionale e nazionale, anche la politica locale si ricorda dell’abbanono dell’Ospedale Apicella di Pollena Trocchia. Non è mai troppo tardi

Pollena Trocchia – Le battaglie del Tribunale per i diritti dell’ammalato (vedi alla voce Vincenzo Sannino, orfano di Pippo de l’ex consigliere e assessore comunale Aldo Maione), quelle storiche di Annamaria Romano e diversi articoli di questo giornale hanno fatto risvegliare la politica regionale, mobilitando anche quella nazionale fino a far uscire dal letargo quella locale, complice col silenzio di un decadimento atavico dell’Ospedale Apicella di Pollena Trocchia. Dopo una visita sorpresa del capogruppo in Regione Campania del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino e del parlamentare Di Sarno a seguito di un nostro servizio dettagliato sugli sprechi, le promesse e l’abbandono di un Ospedale da sempre assieme eccellenza e bacino clientelare-elettorale (per anni in mano al potentato Democristiano locale) Valeria Ciarambino, il vice sindaco di Pollena Trocchia Pasquale Fiorillo è intervenuto sull’argomento, interpellando direttamente il senatore di Fratelli d’Italia (il suo partito) Antonio Iannone che ha chiesto udienza al Ministro della Salute Speranza. Dopo l’intervento di Fiorillo, con un po’ di ritardo, ma si sa la politica non ha i tempi della ragione, è arrivato anche un intervento del primo cittadino di Pollena Trocchia (a mezzo Facebook) Carlo Esposito che assieme all’attuale Presidente del Consiglio (sindaco per due mandati precedenti a questo) Francesco Pinto hanno chiesto un consiglio comunale straordinario sull’argomento che ovviamente, non esendoci non avrà la voce dell’opposizione.

“Sono ormai diversi giorni che esponenti della politica regionale e nazionale, si stanno interessando dell’ospedale Apicella, il nosocomio ubicato a Pollena Trocchia nella omonima strada. Interessamento che non dispiace, anzi, specie se fatto nell’interesse della comunità” Scrive l’architetto Carlo Esposito su Facebook.  “Un interessamento che mi conforta in quanto già tempo fa, consapevole dell’importanza di avere una struttura sanitaria funzionale ed efficiente, che risponda in modo razionale alle esigenze di assistenza della popolazione, ma anche delle ricadute socio economiche che la presenza di tale struttura ha sul territorio circostante, il 13 febbraio scorso presi contatto con il direttore generale, il quale, con estrema chiarezza e disponibilità mi illustrò i programmi per l’ospedale Apicella, ovvero quello di una struttura slegata dall’ospedale di Nola con funzioni diversificate e specialità proprie. Durante le prime fasi dell’emergenza, saputo dello smantellamento in quanto individuato come centro per la terapia semintensiva COVID, dietro mia espressa richiesta il direttore generale Ing. Sosto ed il direttore Sanitario Dott. D’Onofrio, mi rassicurarono che quanto previsto per l’ospedale Apicella restava immutato e passata la fase emergenziale si sarebbero riavviate, un po’ alla volta le funzioni primitive che già erano di eccellenza e di poi attuati quegli investimenti per potenziare e, soprattutto efficientare le attività sanitarie che si prevedono di allocare presso la struttura ospedaliera di Pollena Trocchia. Ad oggi ben venga l’attenzione che si sta ponendo sul futuro del nosocomio di Pollena Trocchia ed allo scopo, in accordo col presidente del consiglio comunale, Francesco Pinto, la questione sul futuro dell’Ospedale “Cav. Raffaele Apicella” sarà posta all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Sarà un momento di riflessione sulle potenzialità e le prospettive di sviluppo della struttura sanitaria le cui risultanze saranno poste all’attenzione del Presidente della Regione Campania”. A chi si aspettava le barricate e le scelte di campo riguardo l’assessorato regionale alla sanità, al Governatore Vincenzo De Luca e al Ministro della Salute Speranza: dovrà accontentarsi dell’ennesimo verbale di consiglio dove interverranno amministratori che fanno questo (i nomi, tranne qualcuno nuovo che a livello familiare la questione Apicella la conosce fin troppo bene) da tre legislature, ma posizioni serie a riguardo non pare le abbiano prese e qualora l’avessero fatto non hanno mai ottenuto seri risultati. Assieme alla questione Apicella c’è quella dell’ex Convento delle Suore carmeltane al Rione Micillo, svenduto ai privati per poi essere rivenduto all’Asl che ai tempi si chiamava Usl , oggi abbandonato, fatiscente e luogo di ritrovo di amanti e tossicodipendenti, non solo della zona. Ai posteri l’ardua sentenza.

 

 

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