Chiude il Bar Riviera: 12 dipendenti senza lavoro e il ricordo di tante notti napoletane

 

Il giornale (il Mattino) la notte all’edicola sul marciapiede vicino alla stazione della polizia e poi il caffè, il cappuccino o la brioche al Bar Riviera. Il bar dei nottambuli, delle cape fresche, dei trans e di quella gente della notte che raccontava Lorenzo Cherubini in una storica canzone. Io al Bar Riviera ci andavo sempre con diversi amici, all’uscita del locale. Era una tappa obbligata, come quella dall’altra parte della città al Bar Tico di Fuorigrotta. Ci sono dei posti che per tutto quello che rappresentano diventano luoghi, spazi di memoria collettiva in cui ognuno evoca il proprio vissuto. Qualche volta ci andavo in dolce compagnia e tantissime volte ci sono andato da solo. Al Bar Riviera si incontrava tutta Napoli, una città trasversale e mai obliqua: eterogenea. I ricchi e i poveri, i bravi ragazzi e le cattive compagnie. Nel bagno dietro la parete a specchi potevi incontrarci davvero di tutto. E’ al Bar sulla Riviera di Chiaia che ho conosciuto e poi ne sono dieventato molto amico Valentina OK, pseudonimo di Ciro Adorato, artista napoletana che in quegli anni davvero praticà una rivoluzione di genere. Bionda, alta, solare, Valentina era la regina del Bar Riviera e io mi atteggiavo, dalla provincia ad essere un principe della notte napoletana. Bastava poco, risultavo simpatico a un sacco di persone. E con Valentina fu subito amicizia. Ci scambiammo i numeri di cellulare e quando poi nei giornali c’era da scrivere pezzi o fare inchieste sui trans e sulle notti trasgressive napoletane io chiamavo l’amica mia Valentina. Al Bar Riviera ho visto gente, poi diventate “capuzzelle” (le foto segnaletiche che finiscono sulle prima pagine o in quelle di cronaca) sui giornali. Gente pericolosa di Secondigliano, prima della prima faida, dei Quartieri Spagnoli e qualche capo ultras di una tifoseria che non c’è più. Al Bar Riviera non succedevano litigi, né casini. Era un porto franco, tutti conoscevano tutti. Oggi il Bar Riviera chiude definitivamente. Avevo saputo che la proprietà negli anni fosse passata di mano in mano (sono anni che non giro più la notte e non finisco all’alba nei bar come questo che negli ultimi tempi pare stesse chiudendo anche in orari normali) e che accumulava debiti. Oggi con la chiusura definitiva dell’attività, perdono il lavoro dodici dipendenti, ognuno di loro un pezzo speciale di una storia importante. I dolci del Bar Riviera erano squisiti, a me piacevano i biscotti al cioccolato fondente che abbinavo al cappuccino freddo (caffè freddo e latte freddissimo) o se la serata non era proprio finita  del tutto a del whiskey che se non era proprio da intenditore, comunque non era affatto male. Doppio spazio: all’ingresso la pasticceria, dentro il bar coi banconi di acciaio, tutto intorno fin dentro il bagno tantissimi specchi, come erano concepiti una volta i bar. E se da Tico a Fuorigrotta ci andavi per la pizzetta, al Riviera ci andavi per il caffè e per i dolci, squisiti anche i torroni che non aveva solo nel periodo dei morti, ma tranne d’estate tutto l’anno. Nelle vetrine che davano sulla strada, regno incontrastato dai parcheggiatori abusivi, le scatole di latta con le pastiere e le bottiglie da regalare, come nei vecchi coloniali e come in tutti i bar notturni per nottambuli che si rispettino. Dentro, un tripudio di colori e di sapori, di storie e di ricordi freschi appena mettevi il piede nuovamente fuori. Ciao Gran Bar Riviera, l’aggettivo vicino al nome non l’ho quasi mai messo, anche se ti chiamavi proprio così. Oggi con te se ne va un pezzo bello di una giovinezza che non torna più in una Napoli che vorrei ancora. Una Napoli che accoglieva un giovanotto dalla provincia e lo faceva diventare il protagonista di una e per tutta la notte. Ciao anche a te Valentina, l’unica, la sola regina del Bar Riviera. L’amica mia, che alla Mostra Cinematografica di Venezia del 2010 marciò sul red carpet con mister John Turturro e divenne mondiale, per poi morire di un bruttissimo male. Il Gran (e grandissimo) Bar Riviera è in liquidazione, ha un curatore fallimentare che si è impegnato a salvaguardare quei dodici operai che finirebbero in mezzo a una strada. Con te se ne va una bella primavera ‘ notte.

Paolo Perrotta

 

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