BUFERA SANITA’ IN CAMPANIA – Una denuncia dei Verdi mette in ginocchio il “sistema degli interinali”

Tutti sapevano, nessuno denunciava. Poi quella denuncia è arrivata. Ha fatto il giro del web e dei giornali. Sono centinaia gli infermieri utilizzati in Asl e ospedali della Campania tramite agenzie interinali selezionate con bandi e avvisi pubblici. Un modo per tappare le falle nell’assistenza prodotte dal blocco del turn-over dovuto al Piano di rientro dal deficit. Circa 180 unità impiegate nell’azienda dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto), 71 al Cardarelli in corsia da oltre tre anni (oggi scesi a 68), ma a decine e decine se ne contano anche a Caserta (Asl e ospedale), al Santobono, alla Asl Napoli 2 nord, ad Avellino e nelle altre province. Il dossier sulle anomalie di questi contratti redatto dai Verdi e dal Consigliere Regionale Francesco Emilio Borrelli è stato messo a punto anche grazie alle segnalazioni del Movimento infermieri campani guidato dal presidente Fabio D’Angelo che si batte per favorire i concorsi e il rientro in Campania di infermieri e altro personale già vincitore di concorso in altre regioni. Oltre allo scoglio sulla mobilità si frappone per chi dopo anni di precariato mal pagato presso cliniche private o peggio ancora “volontario” a bordo delle ambulanze del 118 in mano a vere e proprie holding che di fatta risultano essere associazioni e cooperative di volontariato, voglia esercitare decorosamente e dignitosamente una professione che si sceglie per mission e passione, c’è anche l’ostacolo del ricorso alle agenzie interinali. Qui oltre alle ombre su favoritismi e presunti tentativi di stabilizzare personale assunto a chiamata diretta e senza concorso (come paventato per il Monaldi), ci sarebbe anche una lievitazione dei costi. Il giochino degli interinali: così lo chiama Francesco Saverio Borrelli, consigliere regionale del Verdi e componente della Quinta Commissione Sanità – il meccanismo con cui le agenzie di lavoro di somministrazione (una decina in Campania, quelle che lavorano con le aziende sanitarie pubbliche), dopo aver selezionato autonomamente personale infermieristico, finirebbero per favorire l’impiego di camici bianchi (soprattutto infermieri e Oss) che risulterebbero figli, parenti o affini di personale già dipendente, soprattutto sindacalisti. Il meccanismo di reclutamento, è bene chiarirlo, risponde alle norme che regolamentano questo settore del mercato del lavoro, ma è il criterio di impiego finale che troverebbe, secondo il dossier dei Verdi, una falla rispetto alle norme che dovrebbero selezionare titoli, meriti e competenze. “Abbiamo acceso i riflettori sull’uso delle agenzie interinali proliferato negli ultimi dieci anni per coprire i vuoti negli organici delle Asl e degli ospedali campani spiega Borrelli – e stiamo scoprendo cose assurde che abbiamo ritenuto opportuno racchiudere in un dossier da presentare in Procura. Crediamo che ci siano gli estremi per un’inchiesta che potrebbe portare alla scoperta di una parentopoli o di uno spreco di denaro pubblico di cui qualcuno dovrà rendere conto”.
Nessuna indiscrezione sui nomi sia perché sono in corso riscontri per verificare omonimie, sia per il rispetto della privacy e sia, infine, perché spetta alla Procura rilevare eventuali profili di reato allo stato solo ipotizzabili e tutti da dimostrare.

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