Bonifica cava Ranieri sul Vesuvio, si va verso totale rimozione dei rifiuti

Proseguono regolarmente le attività di bonifica della discarica di Cava «Ranieri» a Terzigno, di cui è soggetto attuatore la Sogesid, società in house del Ministero dell’Ambiente. Oggi – è stato spiegato – la percentuale di avanzamento dei lavori supera il 75% e l’area appare già visibilmente libera dai cumuli: entro fine febbraio, a sei mesi dall’avvio delle attività di rimozione, sarà completamente ripulita dagli oltre 11 mila metri cubi di rifiuti di varie tipologie che la colmavano, mentre a fine aprile saranno resi noti i risultati delle analisi chimico fisiche sui suoli al di sotto dei rifiuti, attività svolta con l’ausilio di ARPA Campania.
Per mostrare i passi in avanti compiuti nel risanamento e le potenzialità del territorio si è svolto l’evento «La storia ritrovata: Cava Ranieri da sito di stoccaggio a sito archeologico», organizzato dal sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, alla presenza di istituzioni locali, tra cui il presidente del Parco Agostino Casillo, e giovani delle scuole. Ha partecipato all’iniziativa il presidente e amministratore delegato della Sogesid Spa Enrico Biscaglia con i tecnici impegnati nell’area. Presente anche il consigliere di amministrazione della Società, l’ingegnere Gaetano Barra.
La cava sorge in località Boccia al Mauro, in una zona di particolare importanza sotto il profilo ambientale e archeologico: si trova infatti nel Parco Nazionale del Vesuvio, in un’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) sottoposta a vincolo Paesistico e Paesaggistico Ambientale. In prossimità del sito vi sono stati negli anni ’80 straordinari ritrovamenti di ville rustiche di epoca romana, seppellite dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. Per questo motivo il comune di Terzigno ha avviato un progetto per la realizzazione di un parco archeologico naturalistico nell’area, di cui è presupposto la bonifica dell’area di discarica. Il progetto della Sogesid ha previsto dunque innanzitutto indagini archeologiche, con trincee che hanno portato alla luce alcune evidenze su presunte attività agricole dell’epoca e sugli eventi eruttivi. A questa fase sono seguite la redazione del Piano operativo e le varie attività: la rimozione del telo in polietilene che isolava i rifiuti, il carico, trasporto e conferimento dei cumuli, dopo la loro campionatura e codifica, in un impianto di trattamento o in discarica autorizzata. Dopo la totale rimozione dei rifiuti seguirà l’indagine sui suoli con la validazione dei dati da parte dell’Arpa Campania, infine la rinaturalizzazione dell’area con arbusti tipici dell’area vesuviana quali le ginestre e il lentisco.

 

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